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Leclerc-Hamilton: "C'è da sfregarsi le mani", cos'è successo dopo Abu Dhabi

di Lorenzo Pastuglia lunedì 9 dicembre 2024

2' di lettura

Un sussulto di speranza per il contatto Verstappen-Piastri, poi la tristezza quando Norris ha chiuso davanti a tutti. Se in Ferrari la delusione aleggia per un titolo Costruttori che sarebbe tranquillamente potuto arrivare senza i passi falsi tra il Canada e Silverstone, vero è che il 2024 ha portato a Maranello segnali di speranza per il futuro. Merito di Frédéric Vasseur, il 56enne capo squadra di Draveil arrivato a gennaio 2023 tra tanti dubbi. Basta tornare indietro a luglio scorso: una Ferrari precipitata in classifica per l’aggiornamento non azzeccato di Imola, poi il saluto al d.t. Cardile, diretto in Aston Martin dopo 20 anni nel Cavallino. Una botta non indifferente per il francese, che aveva già detto addio ad altre “teste” come il capo del veicolo Sanchez, lo stratega Rueda (quello del disastro di Montecarlo 2022) o l’uomo del muretto Mekies (oggi team principal Racing Bulls), interrompendo di lì a poco le trattative per l’arrivo di Newey e annunciando quelli dalla Mercedes di Serra e D’Ambrosio.

Il posto di Cardile è stato sostituito dallo stesso team principal, che invece del canto del cigno a un’altra stagione deludente ha risollevato il morale della squadra e valorizzato i suoi uomini, stavolta in grado di azzeccare gli aggiornamenti in Ungheria (il fondo rivisto portato anche a Spa), per volare da Zandvoort in avanti, con dentro la vittoria di Monza e la doppietta Austin-Messico. E così da quarta forza dietro a McLaren, Red Bull e Mercedes, la Rossa è tornata seconda, dietro a una vettura, quella papaya, troppo forte per tutte perché capace di adattarsi in setup e caratteristiche a qualsiasi tipo di pista del Mondiale. Con fiducia e resilienza, Vasseur ha riportato il suo team a lottare per un Mondiale Costruttori come non faceva dal 2008 (anno dell’uomo titolo vinto), sfiorandolo di un soffio. Chissà che l’anno prossimo non si arrivi all’ultimo GP a lottare per quello Piloti, come non accade dal 2012, facendolo con un Hamilton in più che quando c’è da martellare lo sa ancora fare (Russell ieri ad Abu Dhabi può confermarlo). Ci riproveranno Fred e la Ferrari, con una vettura al quale verranno confermati gli ultimi aggiornamenti di stagione, nella speranza che ai test invernali in Bahrain del 26 febbraio se ne ritrovi una nuova che abbia risolto i problemi di messa in temperatura delle gomme e di mancanza di velocità sul giro secco.

Un altro compito difficile per Vasseur sarà anche quello di gestire il focoso duo Leclerc-Hamilton. Quell’occhiata lungo il rettilineo di Yas Marina, a fine corsa, ha detto tanto. Entrambi hanno fame di vittoria, e se mantengono lo stesso ritmo di ieri durante la stagione allora ci si potrà sfregare le mani. Certo è che Lewis non verrà a Maranello per accettare ordini di scuderia come più facilmente ha fatto Sainz. Insomma, sarà tutto da vedere.

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