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Milan, con Fabio Paratici il Diavolo va contro la sua storia

di Claudio Savelli giovedì 3 aprile 2025

2' di lettura

Che dire del Milan che riesce a trasformare la prima decisione giusta da due anni a questa parte in una scelta sbagliata? Ci serve un direttore sportivo, via ai casting, ok abbiamo scelto... Fabio Paratici, l’unico su piazza inibito, sotto processo e con una società (la Juventus) lasciata in braghe di tela nel curriculum. Incredibile ma vero, accordo verbale raggiunto e firma che arriverà quando potrà arrivare, dato che il diretto interessato sta scontando 30 mesi di squalifica. Il Milan (ovvero Furlani, che ha chiesto e ottenuto l’onere della scelta), in coscienza e con una montagna di tempo a disposizione, ingaggia un dirigente giudicato colpevole di plusvalenze fittizie e falsi in bilancio dalla Corte d’Appello federale e pure dal Collegio di Garanzia del Coni che ne aveva respinto il ricorso. Un dirigente così chiaramente colpevole da indurre la Figc a chiedere alla Fifa di estendere la squalifica in ambito internazionale: richiesta accolta. Un dirigente che, non potendo più figurare nell’organigramma del Tottenham con cui aveva firmato nel 2021 per ritagliarsi una carriera all’estero, lontano da indagini e processi, si è fatto convertire a consulente.

Il Milan sceglie un ds che non può esercitare la professione fino al 20 luglio ma che in realtà la esercita perché questo è il suo modo di fare e perché, se non facesse così, i lavori inizierebbero in clamoroso ritardo. Dicono abbia già contattato De Zerbi e, una volta ricevuto un rifiuto, abbia fatto sapere a Conte che gradirebbe lavorare di nuovo con lui per dimostrare che a Londra hanno sbagliato gli altri, mica loro. Il Milan decide di assumere un ds per semplificare una filiera decisionale avvelenata ma sceglie l’unico che per operare deve agire per vie traverse. Serve un ds che ricostruisca il patrimonio tecnico senza distruggere la solidità finanziaria? Arriva colui che ha sperperato l’uno e fatto esplodere l’altra nella Juventus dei nove scudetti. Il Milan che ha necessità di darsi una buona immagine sceglie un ds che non è solo inibito dalla giustizia sportiva ma è anche sotto processo a Roma sul piano penale- e ne risponderà qualora il Gup rifiuterà l’assurda istanza di nullità della richiesta di rinvio a giudizio.

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Il Milan che avrebbe bisogno di ripartire per gradi, opta per il ds che, una volta promosso da Agnelli a direttore dell’area sportiva in luogo di Marotta, ha peccato di superbia mettendosi ad accatastare giocatori strapagati che qui non possiamo elencare ma che possiamo riassumere in Cristiano Ronaldo costato 86 milioni di euro all’anno alla Juventus, tra i 29 di ammortamento e i 57 di stipendio lordo (19,5 dei quali non pagati in periodo Covid e da corrispondere al giocatore che li ha giustamente richiesti). Quello stesso ds che ha bruciato quasi un miliardo di ricapitalizzazione da Exor e che sta spingendo sulla graticola pure il collega Giuntoli che ha dovuto raccogliere le ultime macerie? Proprio lui. Il Milan, valutato tutto questo, sembra aver deciso di ingaggiare, pagare e farsi rappresentare da Fabio Paratici.

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