Addio finale tutta italiana, addio estasi globale al Foro Italico. Non ci sarà il tanto sospirato derby azzurro nella finale del singolare maschile perché Lorenzo Musetti, ko nella semifinale persa (6-3, 7-6) contro Carlitos Alcaraz, non è riuscito a raggiungere Jannik Sinner che, in una partita pazza, ha prima tremato e poi piegato Tommy Paul dopo tre set ondivaghi (1-6, 6-0, 6-3). Ma andiamo con ordine e partiamo proprio da questa notizia che ha consegnato al numero 1 del mondo la prima finale a Roma nella quale dovrà vedersela domani con il suo alter-ego del tennis mondiale, ovvero Alcaraz. Le cose si sono messe male nel primo set quando un Paul quasi perfetto ha brekkato Jannik, lento nei movimenti e falloso (13 errori gratuiti contro appena 2 vincenti). L’americano è volato verso un fantascientifico 5-0, chiudendo 6-1 in 28 minuti di patimenti per tutto il centrale. Tutto pareva surreale ma dopo questo avvio choc l’inerzia è cambiata nel secondo set allorché è arrivata la reazione attesa di Jannik: ritrovato lo sguardo della tigre, ha preso in mano gli scambi e brekkato Paul tre volte. E di seguito.
ROVESCIATO I DESTINI
Tornato la Volpe Rossa, ha rovesciato i destini della vicenda chiudendo 6-0 e riportando il proprio tennis al centro della semifinale. Terzo set e nuove emozioni con Jannik che ha cominciato a toccarsi la zona dell’anca destra ma si è portato sul decisivo vantaggio di tre game 5-2 grazie a lungolinea spaziali sommati a erroracci dello statunitense. Poco prima della chiusura definitiva della semifinale (6-3) in un centrale infreddolito ma festante per il fenomeno di Sesto. «Sono riuscito a girare il match - il commento a caldo di Jannik però domenica se voglio giocarmela alla pari devo alzare il livello».
Nell’altra semifinale uno spento Musetti ha alzato bandiera bianca dopo due ore di gioco. Unica consolazione per Lorenzo, dopo tre 1000 giocati alla grande - finale a Montecarlo, semi a Madrid e qui a Roma - la posizione numero 8 del ranking che verrà ratificata lunedì.
Ma cosa non ha funzionato ieri nel tennis di Muso, apatico e falloso assai dopo l’esaltante quarto di finale vinto contro Sasha Zverev? Innanzitutto il fatto di essere di fronte a un talento che, se in giornata, può battere chiunque («Sulla terra anche Sinner», ha sentenziato alla fine Lorenzo). Poi il servizio che non è mai stato quello cannoneggiante dei giorni scorsi, sopratutto con la prima palla, vincente in poche occasioni. E poi gli errori gratuiti (41) a fronte di soli 9 vincenti e inconsistente il gioco di. Muso quando non ha sfruttato i 39 non forzati di Carlitos che, con questo risultato, rinforza la sua leadership per numero di partite vinte in questa stagione (29) e mette ancor più margine tra sé ed Alexander Zverev, salendo al numero 2 Atp.
Il racconto della semifinale persa è crudo per Lorenzo che ha sbagliato drop-shot facili ed è apparso anche nervoso quando ha rotto una racchetta alla fine del primo set, perso dopo 54 minuti di gioco e 29 errori non forzati, e poi si è beccato una penalità. Nella seconda frazione un accenno di reazione non si è fatto attendere e, complici alcune pause del 4 volte vincitore di Slam, il dritto dell’azzurro ha cominciato a funzionare. Sul 4-3 per Alcaraz, ha messo a segno un break che poteva essere risolutivo, però ha ceduto a sua volta il servizio e così il set è arrivato il tie-break dove lo spagnolo non ha dato scampo a un Musetti, demotivato e triste.