Sarà il clima romano, sarà lo choc ancora vivo per il primo set perso 6-1. Sta di fatto che Jannik Sinner, nell'intervista al termine della semifinale degli Internazionali d'Italia di tennis vinta contro l'americano Tommy Paul, non usa mezzi termini e per descrivere la mezz'ora iniziale ricorre anzi a un gergo piuttosto esplicito e a lui poco abituale: "Mi ha sfondato". Più chiaro di così...
"Ho cercato di rimanere mentalmente lì. Le condizioni erano completamente diverse - spiega al microfono in mezzo al centrale l'altoatesino, numero 1 al mondo -. Oggi ha fatto molto più freddo. La palla è un po' più pesante. Ho faticato un po'. Mi ha subito sfondato, è stato un pugno dritto in faccia. Ma ho cercato di rimanere mentalmente lì. Cercando di capire cosa avrebbe potuto funzionare meglio. Sono rimasto lì nel primo set. Vincere un game per me era molto importante. Il tennis può cambiare in fretta. È quello che ho detto a Casper. Ogni momento è cruciale. Sono molto contento di essere in finale".
Due giorni sull'ottovolante, insomma, dal dominio a tratti sconcertante contro il norvegese Ruud nei quarti alla sofferenza estrema contro Paul, numero 13 del ranking Atp. Poi la svolta, mentale, tattica e tecnica, e il successo che gli vale la prima finale in carriera a Roma, domenica contro Carlos Alcaraz, nonché la certezza di restare in cima alla classifica mondiale perlomeno fino al Roland Garros. Non solo, Sinner sarà il primo italiano a giocarsi il trofeo nel Masters 1000 di casa a 47 anni dall'ultimo a esserci riuscito, Adriano Panatta.