L’Inter si prepara al Mondiale per Club, ma le ferite di una stagione fallimentare ancora bruciano, soprattutto per l’epilogo tragico della finale di Champions League, persa con un’umiliante 5-0 subìto dal PSG. Lunedì, con ogni probabilità, ci sarà Christian Chivu a raccogliere l’eredità di Simone Inzaghi sulla panchina nerazzurra. Rumeno, lui c’era nel 2010 quando la Beneamata conquistò il triplete e, insieme a lui, anche Marco Materazzi, apparso silente nei giorni successivi alla disfatta di Monaco, ma poi riapparso con uno sfogo sul proprio profilo Instagram in cui ha postato due foto, la prima con un graffito su fondo nerazzurro in cui c’è scritto “Ti amo lo stesso” e la seconda che ritrae lui e Ivan Cordoba mentre guardavano la sciagurata partita.
Nel copy Materazzi se la prende anche con i tifosi dell’Inter: "Guardate questa foto, guardate la mia faccia e quella di Ivan Cordoba: noi del Triplete, anche se non facciamo più parte del club, ci sentivamo in campo con i ragazzi, eravamo lì a soffrire come se stessimo giocando quella finale. Come se la stessimo perdendo 5-0. Una foto dice più di tante parole, ma qualche parola voglio scriverla lo stesso. Mi è dispiaciuto, ma sappiamo tutti perché è successo, non vedere una coreografia bella come quella di Madrid: quel giorno, solo guardandola, eravamo scesi in campo già 1-0 per noi”. Quindi una citazione, con un complimento, allo conduttore tv Alessandro Cattelan: “Ma ancora di più mi ha fatto riflettere, il giorno dopo, vedere pochissimi post di quelli che erano andati a Monaco solo per avere una foto acchiappa followers da mostrare in caso di vittoria.
Per questo, onore ad Ale Cattelan: è andato oltre l’amarezza, per rivendicare tutto il suo orgoglio di essere interista". Infine, Materazzi parla anche dell’avversario: "Poi i sacrosanti complimenti al Psg, che ha strameritato la vittoria: in campo, e il campo mai come stavolta ha detto la verità. E due grazie: anzitutto ai ragazzi, che ci hanno fatto sognare fino a Monaco. Ho letto tanti 4 in pagella, ma il mio voto, alto, è perché hanno reso onore ai vincitori aspettando la premiazione e perché ci hanno resi orgogliosi lungo tutto il cammino europeo: il solo fatto di essere a Monaco ha reso felici i veri interisti. L’altro grazie è per la Uefa, che a noi del Triplete ha dato la possibilità di essere lì, tutti seduti vicini, a tifare Inter: eravamo a Monaco, ma sembrava di essere a Madrid. P.S. È stata la prima partita allo stadio per mio nipote Milo: a sei mesi ha già capito cosa vuol dire essere INTERISTI . Ma anche che amerà l’Inter per sempre”.