L’avventura di Luciano Spalletti come commissario tecnico della Nazionale italiana si chiude con l’esonero annunciato dal presidente della FIGC, Gabriele Gravina. Dopo un incontro, Spalletti ha confermato: "Sarò sollevato dall’incarico. Non avrei mollato, ma è così". Visibilmente amareggiato, guiderà la squadra contro la Moldova, per poi risolvere il contratto, assumendosi le responsabilità: "Sono deluso da me stesso, la FIGC mi ha sempre supportato".
L’esonero segue la pesante sconfitta contro la Norvegia che ha messo a rischio la qualificazione al Mondiale 2026. La posizione di Spalletti era già fragile dopo l’eliminazione agli ottavi dell’Europeo 2024 contro la Svizzera, considerata una delusione. Subentrato a Roberto Mancini nel settembre 2023, Spalletti lascia dopo 23 partite, con 11 vittorie.
Gravina ha espresso il suo disappunto per l’approccio mostrato in Norvegia: "Si può perdere, ma non in quel modo. Con più determinazione, l’esito sarebbe stato diverso". Ha evidenziato le difficoltà del ritiro, con giocatori stremati e l’assenza di 8-9 elementi chiave, sottolineando la mancanza di preparazione contro una squadra fisicamente imponente. Sul futuro di Spalletti, Gravina era stato vago: "Non posso dirlo". La decisione, però, è arrivata rapidamente, segnando la fine di un percorso breve e tormentato, lasciando l’Italia a interrogarsi sul prossimo capitolo della sua Nazionale, con l’obiettivo di ritrovare competitività e identità per le sfide future. In pole position per la panchina c'è Pioli.