“Non ricordo niente di come guidavo prima, col braccio sano, e questa è la mia fortuna. Guidare è stata la vera medicina: non so più fare il 95 per cento delle cose che facevo con la destra, ma tenere un volante sì. Il cervello è diventato mancino: non immaginiamo nemmeno la sua potenza di adattamento”. Dopo i due incidenti che potevano costargli la vita - quello in Canada in Formula Uno nel 2007 e quello in un rally in Liguria nel 2011 - Robert Kubica è tornato a trionfare. Il pilota ha appena conquistato la 24 Ore di Le Mans, su Ferrari.
Il pilota, in un'intervista rilasciata a Repubblica, ha raccontato di aver provato nostalgia per gli interventi chirurgici. "Arrivai all’ospedale di Pietra Ligure con un litro e mezzo di sangue in corpo: ero in coma, e il mio dolore nel tempo è diventato il pensiero di chi mi aspettava fuori dalla sala operatoria. Il male fisico è stato un compagno quotidiano, quante notti piene di incubi - ha rivelato -. Fino all’assurdità che mi mancavano gli interventi chirurgici. Perché quando ti risvegli dopo l’anestesia, finalmente non hai più male e galleggi nel torpore di una droga, invincibile e felice. Una volta il medico mi chiese: 'Robert, stanotte hai dormito?', e io risposi no, stavo troppo bene per dormire e sprecare tutto”.
Da quel grande spavento, il Roberto pilota si è come scisso in due entità: "Il Robert di prima si arrabbiava per un raffreddore, il Robert di adesso sa quante persone malate non si alzeranno mai più da un letto. Ecco perché mi sento orgogliosamente super fortunato di essere ancora qui, e di esserlo come sono. Ho avuto il dono più grande: poter trasformare la mia passione nella mia vita e nel mio lavoro”.