Gli ex vertici della Juventus hanno avanzato alcune richieste di patteggia mento, comprese tra 1 anno e 8 mesi e 11 mesi, nell’ambito del processo scaturito dall’inchiesta “Prisma”.
Tra i soggetti coinvolti figurano nomi di spicco del recente passato della Juventus: l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex direttore sportivo Fabio Paratici e Maurizio Arrivabene.
Per quest’ultimo il pm ha richiesto il non luogo a procedere, una posizione che lo distinguerebbe dagli altri ex bianconeri coinvolti. Al centro dell’indagine le presunte plusvalenze fittizie e le operazioni illecite legate alla gestione degli stipendi dei calciatori durante l’emergenza Covid-19, che mise in ginocchio i club dal punto divi sta economico. La decisione del giudice per l’udienza preliminare, Anna Maria Gavoni, è attesa per il prossimo 22 settembre. In quell’occasione si sarà se le richieste di patteggiamento verranno accolte o se si andrà a giudizio ordinario. I fioli dell’inchiesta “Prisma” sono due: i bilanci con le plusvalenze, ma anche alcune scritture private, quelle riguardanti la cosiddetta “manovra stipendi”. Il caso esplose nel novembre 2021 e comportò le dimissioni di Agnelli e del consiglio di amministrazione un anno più tardi.
Dopo dodici anni alla guida del club Agnelli lasciò infatti la presidenza, al termine di un Cda straordinario in cui tutti i membri si dimisero in blocco. La vicenda a livello sportivo si è conclusa nella primavera del 2023, quando la Corte federale rifilò alla Juventus una penalizzazione di 10 punti e inibì gli ex dirigenti bianconeri, riconoscendo l’illecito disciplinare sportivo. In particolare venne tenuto conto «della gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione, vista la documentazione proveniente dai dirigenti del club con valenza confessoria e dai relativi manoscritti, le intercettazioni inequivoche e le ulteriori evidenze relative a interventi di nascondimento di documentazione o addirittura manipolatori delle fatture».