Non ha convinto tutti, Jannik Sinner, e non ha risolto tutte le ombre sul divorzio dal suo preparatore atletico Marco Panichi e dal fisioterapista Ulises Badio. Un divorzio avvenuto dopo meno di un anno dal loro ingresso nella squadra del tennista italiano, numero 1 al mondo, e ufficializzato proprio alla vigilia di Wimbledon, il terzo e forse più prestigioso slam della stagione.
Un torneo cruciale, per l'altoatesino, chiamato a rispondere a Carlos Alcaraz, indubitabilmente il più in forma del momento e non solo perché l'ha battuto in finale a Roland Garros, e a difendere dallo spagnolo il suo trono. Operazione non facile, e che Jannik dovrà affrontare con una pressione e una montagna di dubbi, retroscena e sospetti velenosi in più.
Panichi e Badio, infatti, non sono due professionisti "nella media", ma due eccellenze, apprezzati da tutti nel mondo del tennis e non solo. Privarsene, insomma, non può essere una scelta fatta a cuor leggero nonostante Sinner l'abbia fatta passare per un passaggio quasi naturale. "Non è successo niente di clamoroso, ci siamo lasciati da poco e la separazione non mi sta condizionando - ha spiegato in una attesa conferenza stampa, sabato pomeriggio -. Mi sento libero, a posto fisicamente e mentalmente, pronto a competere qui a Londra. So perfettamente qual è il mio obiettivo a Wimbledon. Li ringrazio per il lavoro fatto e i risultati ottenuti: ho scelto di fare qualcosa di diverso".
Ha parlato di "fiducia", lasciando intendere che forse con Panichi e Badio non ce n'era abbastanza. Il perché non lo ha detto, ci sono solo le voci su un Panichi "troppo individualista", "allergico alle regole" di un team, forse un po' troppo chiacchierone con i giornalisti. Sinner ha usato anche una immagine suggestiva: "In cucina bisogna andare d'accordo per lavorare assieme", richiamando alla mente il lavoro del padre Hanspeter, chef nella loro Val Pusteria.
La mente di tutti corre anche ai 3 mesi di stop in cui però, giura, "abbiamo fatto un grandissimo lavoro. Poi, a volte, le cose succedono... Il timing ovviamente non è il migliore ma avendo fatto tanto lavoro prima non influirà su questo Slam. Wimbledon è un torneo speciale, voglio dare il massimo".
L'unico indizio vero sui motivi della rottura Sinner li ha forniti quando ha accennato ai possibili sostituti, senza far nomi: "Cercherò persone adatte anche agli altri componenti del team: perché il gruppo funzioni la comunicazione è importante. Stiamo tanto tempo insieme, è importante trovare le persone giuste". Panichi e Badio, evidentemente, non lo erano nonostante i risultati raggiunti insieme. E qualche screzio tra loro e i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill, forse, ha influito sull'allontanamento. Ma questo Jannik non lo ha voluto o potuto dire in pubblico.