Nemmeno una telefonata è bastata per riavvicinarsi. Quella che Lautaro Martinez ha voluto fare a Hakan Calhanoglu, dopo le polemiche lanciate dall’argentino post match perso contro il Fluminense, che avevano portato alle reazioni del turco e di sua moglie. La telefonata non è servita a sanare un rapporto ormai incrinato e a far tornare il sereno su uno spogliatoio nerazzurro spaccato in due. La distanza resta ampia, e il rischio di una separazione definitiva è tutt'altro che remoto, con il centrocampista che vorrebbe tornare al Galatasaray, ben distante però nel formulare l’offerta economica adeguata rispetto ai 40 milioni chiesti da Beppe Marotta (20-25 i milioni che il club della Super Log vorrebbe spendere).
Secondo La Gazzetta dello Sport, il confronto, avvenuto in forma privata tra le vacanze dell'argentino e la permanenza del turco in patria, ha avuto l'obiettivo di spiegare i reciproci punti di vista. Lautaro, dal canto suo, ha chiarito il senso delle dichiarazioni post-eliminazione dal Mondiale per Club. Calhanoglu ha ribadito quanto già chiaramente espresso nel duro post pubblicato sui social, cioè come l'atteggiamento e quello sfogo pubblico non gli siano affatto piaciuti. Nessuno dei due ha fatto un passo indietro. Un fatto che non fa piacere alla dirigenze e all’allenatore Cristian Chivu, chiamato a unire i cocci nati da questo episodio, consapevoli di come questa tensione interna possa condizionare il futuro del gruppo.
La sensazione, secondo la Rosea, è che l'addio di Calhanoglu sia un'ipotesi concreta. Il suo agente, Gordon Stipic, è già al lavoro per costruire la trattativa. L'Inter però non è disposta a svendere uno dei suoi titolari, né a ritrovarsi scoperta nel ruolo. Le alternative sono quelle di Ederson dell'Atalanta, ma il prezzo da almeno 50 milioni richiesto dall’Atalanta complica i piani. Alternative come Stiller (Stoccarda) o Frendrup (Genoa) restano in lista, mentre Hjulmand è praticamente inavvicinabile per via dei rapporti congelati con lo Sporting Lisbona, a causa della controversia su Joao Mario.