Charles Leclerc ha chiuso il Gp d’Ungheria solo al quarto posto, nonostante fosse partito in pole dopo una una qualifica impeccabile, forse la più bella della carriera. Dopo due stint di gara solidi, su medie e hard, è crollato dopo il secondo pit-stop, quando la sua Ferrari ha perso completamente competitività. È stato facilmente superato da Norris, Piastri e Russell, chiudendo fuori dal podio con un ritmo che gli ha fatto perdere 35 secondi sulla concorrenza e una vettura diventata difficile da guidare. Sfogando il nervosismo nel post-gara con un gesto di nervosismo mentre le vetture tornavano nel parco chiuso.
Visibilmente frustrato, Leclerc aveva espresso via radio il suo disappunto, lamentando una perdita totale di aderenza e invocando un cambiamento di approccio tecnico: “Dovete ascoltarmi, così la macchina è inguidabile, è un miracolo se finisco sul podio”. Prima del quarto posto finale. Le sue reazioni dopo la gara — gesti di stizza e silenzio con i media — hanno reso evidente il suo nervosismo. A fine gara, ha parzialmente ritrattato le critiche: inizialmente aveva attribuito i problemi a una regolazione aggressiva dell’ala anteriore, ma in realtà si è scoperto che il telaio era danneggiato, causando la perdita di carico.
Dal box Ferrari era arrivata la richiesta di evitare i cordoli per limitare i danni. Tuttavia, voci interne e un'ipotesi lanciata da George Russell suggeriscono un’altra possibile spiegazione: la squadra potrebbe aver alzato la pressione degli pneumatici durante la seconda sosta per evitare che la vettura venisse squalificata per l’eccessiva usura del plank (il pattino sul fondo). Se fosse vero, questa scelta tecnica avrebbe intenzionalmente sacrificato la prestazione per evitare penalità regolamentari come la squalifica di Lewis Hamilton per questa causa. Una decisione controversa che spiegherebbe la repentina crisi di rendimento della SF-25.
he was mad MAD (rightfully so!!!!) pic.twitter.com/tX5Yd6hdgc
— clara (@leclercsletters) August 3, 2025