Lo sfogo di Lewis Hamilton dopo il Gp d’Ungheria ha acceso i riflettori sul suo futuro in Ferrari. Deluso dai risultati e da un feeling mai nato con la Rossa, il sette volte iridato ha lasciato intendere che persino un cambio pilota potrebbe giovare alla squadra, il tutto mentre Charles Leclerc realizzava la pole all’Hungaroring. Parole forti, dette a caldo e dalla frustrazione, che lui stesso ha poi cercato di ridimensionare. Ma il malessere è evidente, e il momento negativo della Ferrari, tra problemi tecnici e strategie poco efficaci, non aiuta. Anche il compagno monegasco, infatti, naviga in acque agitate: dopo l’illusione della pole, in Ungheria è stato costretto al ritiro per guasto. Frustrazione evidente, accuse implicite alla vettura, e un clima di tensione crescente in casa Ferrari.
Frederic Vasseur ha temuto il peggio, mentre George Russell ha insinuato che non tutto sia stato detto ufficialmente. Toto Wolff, team principal Mercedes ed ex “mentore” di Hamilton, ha voluto chiarire: nessuna intenzione di ritiro da parte dell’inglese. “Lewis ha ancora un conto in sospeso in Formula 1 — ha detto — e vuole tornare a vincere”. E ancora: "È il più grande di tutti i tempi. Lo sarà sempre, nessuno gli porterà via quello che ha fatto. Un weekend oppure una stagione che non vanno come vuole lui non cambieranno le cose". Cosa gli sta succedendo? "Quando sente di non essere all'altezza delle sue aspettative, o che la squadra non ha raggiunto i suoi obiettivi, allora avverte molto la situazione. È stato sempre così".
Secondo il capo-squadra austriaco della Stella, infine, tutto potrebbe cambiare con le nuove monoposto del 2026, rinnovate dal nuovo regolamento tecnico in arrivo, con un rapporto di pari potenza ai motori (50% termico-50% elettrico) e con un’aerodinamica rivista. La speranza è che Hamilton ritrovi fiducia e competitività, in un progetto tecnico che possa finalmente valorizzarlo e restituirgli quella fame di vittorie che lo ha sempre contraddistinto.