CATEGORIE

Sinner, per gli ecologisti è l'allarme climatico che lo ha fatto perdere

Il Masters 1000 di Cincinnati è il più rovente al mondo, da decenni. Eppure i talebani verdi si scatenano
di Ignazio Stagno giovedì 21 agosto 2025

3' di lettura

Ricordate la delusione di Roberto Baggio? Le lacrime di Franco Baresi? E se avessimo perso la finale di Pasadena nel 1994 per il cambiamento climatico e non perché il Divin Codino spedì il pallone alle stelle? Chiedetevelo.

Perché in queste ore gufi, critici, professoroni e professorini stanno cercando di usare anche lo stop di Jannik Sinner a Cincinnati, nella finalissima del Master 1000 Atp, per portare acqua al mulino delle teorie sullo stravolgimento delle temperature.

E a esibirsi in queste analisi sono nomi autorevoli. Tra questi, con pacatezza e senza derive ideologiche è l’ex campione di tennis Vincenzo Santopadre che all’Agi spiega: «Le temperature americane hanno certamente inciso. Negli Usa si passa dal freddo polare creato dai condizionatori al caldo e all’umidità feroce in campo, ma la colpa è anche dei calendari e degli impegni fittissimi che finiscono per stressare fisicamente e mentalmente i campioni».

Ma a spostare l’asticella verso analisi spericolate è la rivista FiveThirtyEight che addirittura profetizza la variazione delle temperature negli slam da qui al 2050. Tra 25 anni, secondo questo studio, la temperatura media agli Australian Open dovrebbe toccare i 39 gradi, al Roland Garrso 27 gradi, a Wimbledon i 30 e agli Us Open i 35 gradi. Insomma, eccoci qui: Sinner non ha avuto un colpo di calore, per dirla in modo rude, non ha dovuto fare i conti con un virus intestinale che avrebbe bucato le barriere di protezione dello staff del campione altoatesino (si parla di due fragoline e di una panna-killer nella torta di compleanno, altro delirio). No, sul banco degli imputati, come spesso accade, ci va il clima.

E poco importa se i dati dicono altro. Ad esempio che il Master Cincinnati è forse il più rovente del pianeta. Ma non dal 18 agosto, giorno della finale tra Jannik e Carlos, no, lo è da diversi decenni. E forse da quando si gioca da quelle parti, meglio ricordarlo: dal 1899. A Cincinnati si viaggia sempre sui 30 gradi con il 70 per cento di umidità. Djokovic lo sa: nel 2011 si ritirò contro Murray (ben 14 anni fa). Eppure sui giornaloni di casa nostra ci si arrovella il cervello con interrogativi inquietanti: «I Masters 1000 si sono allungati fino a 10 giorni e il pianeta si è surriscaldato, ma nessuno sembra farci caso», scrive Repubblica.
Qui, sia chiaro, nessuno vuol negare nulla. Ma accostare un tema su cui la scienza dibatte da anni a una partita di tennis forse è un po’ azzardato. A questo punto sospendiamo anche le gare di Formula Uno d’estate. Il cambiamento climatico rischia di sciogliere i piloti dentro le tute e dentro ai caschi mentre sterzano a destra e sinistra, magari anche negli Stati Uniti.

Per fortuna ci hanno pensato i medici (gli esperti veri della faccenda) a spiegare che Sinner è arrivato affaticato alla finalissima: «Le cause potrebbero essere legate all’enorme dispendio di energie delle giornate precedenti unito a condizioni climatiche particolarmente difficili», ha affermato all’Adn Andrea Bernetti, medico fisiatra e segretario generale della Simfer. Già, il caldo. Non il cambiamento climatico.
Tra le due cose c’è un abisso.

tag
jannik sinner
carlos alcaraz
masters 1000 cincinnati
vincenzo santopadre

Sos Jannik Sinner, l'allarme di Ljubicic: "Cosa rischia agli Us Open"

La polemica Jannik Sinner smentito dal direttore degli Us Open: "Non è vero", esplode il caso

Il futuro di Jannik Sinner, il tam tam sul ribaltone: "Ha bisogno di lui", cambia (di nuovo) tutto?

Ti potrebbero interessare

Jannik Sinner, l'allarme di Ljubicic: "Cosa rischia agli Us Open"

L.P.

Jannik Sinner smentito dal direttore degli Us Open: "Non è vero", esplode il caso

Roberto Tortora

Sinner, il tam tam sul ribaltone: "Ha bisogno di lui", cambia (di nuovo) tutto?

Roberto Tortora

Us Open, Errani e Vavassori trionfano nel doppio misto: il punto che fa la storia