Alexei Popyrin non parte battuto. Anzi, alla vigilia del secondo turno degli US Open, che lo vedrà opposto al numero uno del mondo Jannik Sinner, l’australiano mostra sicurezza e determinazione. Dopo il successo all’esordio contro Emil Ruusuvuori, il 36 del ranking ha parlato senza timori reverenziali: “Sono già stato sull’Arthur Ashe e so cosa aspettarmi — le sue parole — Non sono qui per emozionarmi”.
Il richiamo è a uno stadio che spesso intimorisce gli avversari, ma Popyrin vuole trasformarlo in una spinta. Sa bene di trovarsi di fronte il campione in carica, ma sottolinea di non essere disposto a farsi condizionare: “Sinner è sicuramente uno dei migliori al mondo, ma se riesco a giocare il mio tennis posso creargli dei problemi. Amo queste sfide, sono il motivo per cui faccio questo lavoro”.
Le sue parole non sono soltanto coraggiose dichiarazioni di intenti. L’australiano, infatti, ha già battuto Sinner nell’unico precedente ufficiale, risalente al 2020 al Masters 1000 di Madrid, quando lo eliminò al terzo turno. Un ricordo che alimenta fiducia, anche se da allora i percorsi dei due hanno preso direzioni molto diverse: l’azzurro è diventato il leader del tennis mondiale, mentre Popyrin si muove stabilmente intorno alla top-40.
C’è anche un precedente recente, meno competitivo ma comunque indicativo: il match esibizione disputato a Melbourne lo scorso gennaio, pochi giorni prima degli Australian Open poi vinti proprio da Sinner. “Da quella partita ho imparato qualcosa e so cosa aspettarmi. Ogni giocatore ha dei punti deboli, c’è sempre un piano per provare a battere chiunque”, ha concluso Popyrin.