L’aveva detto Jannik: per tornare a vincere e sfatare il tabù Alcaraz che gli ha reso amara la finale degli Us Open di New York, era necessario cambiare. Lo aveva sottolineato con il sorriso perché Sinner è un campionissimo ma anche un ragazzo che prende lo sport sì seriamente ma con la leggerezza dei suoi 24 anni. Dopo la finale persa a Flushing Meadows si è rintanato a Montecarlo e ha preparato con puntiglio il 500 Atp di Pechino, da lui vinto nel 2023, dove ieri, da numero 2 del mondo ha debuttato nel primo turno cominciando ad applicare sul campo le cinque novità tecniche che sta cercando di immettere nel suo gioco. Cinque dettagli tecnici ma non di poco conto. Contro Marin Cilic, numero 97 del mondo, Jannik non ha faticato affatto trasformando la partita in un test, non certo proibitivo e forse attendibile il giusto, durato due set, vinti 6-2, 6-2 in appena 81 minuti di tennis. Un paio di doppi break in entrambe le frazioni hanno scolpito l’esito della mattanza con il 37enne croato in costante difficoltà.
E addentriamoci ora sui dettagli tecnici curati da Sinner nelle ultime settimane per cambiare il suo gioco: prima di tutto la posizione del corpo durante il servizio, allenata a lungo a Montecarlo con movimenti anche senza racchetta e senza pallina. Sinner non era certo contento della scarsa percentuale, a volte sotto il 50%, delle prime palle servite agli Us Open. Altro cambiamento, la traiettoria della seconda palla che troppo spesso l’aveva tradita a New York, soprattutto nella finale contro Alcaraz. Ieri ha chiuso con il 77% delle prime in campo ed una realizzazione del 75% e ha vinto il 62% di punti con la seconda di servizio. E poi: l’avanzamento verso la rete per variare il gioco: non è mai stato, per lui, un movimento naturale questo ma già contro Cilic si è vista l’intenzione di migliorare, in alcuni serve&volley, ad esempio. Quarto particolare, la voleé: e qui siamo ancora un po’ indietro per un campionissimo che non fa certo del gioco a rete un suo naturale asso nella manica.
Ma Daren Cahill lo sta catechizzando e si sono visti sprazzi di questo colpo. Infine, quinto e ultimo aspetto che abbiamo notato, il diverso atteggiamento fisico negli spostamenti laterali, soprattutto verso la destra per non lasciare spazi pericolosi quando è chiamato a giocare il diritto. Jannik, che affronterà nel secondo turno il francese Terence Atmane, è stato diretto su questi cinque dettagli: «Ho cambiato alcuni particolari ma a oggi la percentuale di errori che commetto è ancora un po’ troppo alta. spero che anche questo migliori. E’ solo una questione di tempo, vediamo quanto ne servirà ma, se necessario, perderò anche alcune partite pur di affinare questi dettagli. Ancora non so dire quanto sarò in grado di metterli in pratica durante un match, cosa ben diversa rispetto a un allenamento, ma sono motivato. È bello lavorare su qualcosa di nuovo».
Oggi a Pechino sarà la volta di Lorenzo Musetti: alle 13 (diretta su Sky) debutta nel primo turno contro il bombardiere francese Giovanni Perricard che serve prime a 240 chilometri orari. A Tokyo, nel frattempo, dolori per Carlitos Alcaraz: nel primo turno del 500 Atp giocato contro Baez, il numero uno si è seduto a terra dolorante per un problema alla caviglia sul punteggio di 2-2 nel primo set. Poi ha stretto i denti e vinto 6-4, 6-2. Proprio sull’eterno rivale Sinner ha concluso: «Carlos merita di essere ora il numero 1. Ha giocato più tornei e tutti molto bene. E quando vinci e ottieni grandi risultati, meriti di stare lì. Ma alle Finals di Torino vedremo quel che accadrà».