Ogni mattina, in Italia, come sorge il sole, un allenatore si sveglia e sa che dovrà macinare più punti possibile o verrà esonerato. Ogni anno, di questi tempi, si ripresenta la stessa, immancabile, domanda: chi mangerà il panettone? All’alba della sesta giornata di Serie A, ancora nessun allenatore è stato esonerato, ma le panchine traballanti non mancano. Osservando anche le quote proposte dai bookmakers, i tecnici più a rischio sono Marco Baroni del Torino, Eusebio Di Francesco del Lecce e, addirittura, Stefano Pioli della Fiorentina. I diretti interessati tocchino ferro, ma non è escluso che uno di questi possa saltare già al termine del turno cominciato ieri sera con Verona-Sassuolo. L’imminente sosta per le nazionali può rappresentare l’occasione ideale per un cambio in panchina, offrendo all’eventuale nuovo allenatore giorni preziosi per cominciare il lavoro con la squadra.
In questo senso, saranno delicatissime le sfide di oggi di Torino e Lecce, rispettivamente contro Lazio e Parma (entrambe, peraltro, in trasferta). Una sconfitta granata potrebbe costare caro a Baroni, capace di vincere solamente una partita in questa stagione, segnando appena 2 gol e incassandone addirittura 10 (il Toro ha il peggior attacco e la peggior difesa della Serie A; i ben informati raccontano di una chiacchierata tra il club e Daniele De Rossi). Lo stesso, appunto, vale per Di Francesco, ultimo in classifica con 2 punti, alla pari di Genoa e Pisa. Va da sé che nemmeno Patrick Viera, tecnico dei liguri, e Alberto Gilardino, allenatore dei toscani, possano dormire sonni tranquilli, a maggior ragione per un calendario che presenta due sfide complicate: il Pisa giocherà domani in casa del Bologna, il Genoa dovrà vedersela con il Napoli campione d’Italia in carica (sempre domani, sempre in trasferta).
ATTESA TRADITA
E poi, si diceva, c’è la questione Pioli. La Fiorentina ha cominciato la stagione con ambizioni ben diverse dai 3 punti conquistati dalla squadra in 6 giornate di campionato. E se il tecnico, al suo arrivo, si mostrava sicuro dei suoi mezzi, con dichiarazioni altisonanti («Allegri non ci ha messo tra le candidate alla qualificazione alla Champions: questa frase l’ho scritta sulla lavagna ai miei giocatori»), ora corre ai ripari, consapevole di aver bisogno di un cambio di marcia al più presto: la sfida in casa della Roma di domani può essere decisiva. E le grandi? Se Antonio Conte e Massimiliano Allegri sembrano intoccabili per Napoli e Milan, non si può ancora dire lo stesso di Ivan Juric sulla panchina dell’Atalanta, ma nemmeno di Cristian Chivu all’Inter e di Igor Tudor alla Juventus. Il primo deve fare i conti con lo scetticismo dettato dall’ultima, non esaltante, stagione, con le due (sfortunate) parentesi tra Roma e Southampton. Chivu, invece, è da molti considerato poco esperto per una piazza esigente come quella interista, ma le 4 vittorie consecutive, tra campionato e Champions, giocano a suo vantaggio. Infine, c’è Tudor. La Juve è partita bene, è a un solo punto dalla vetta della classifica in Serie A, ma il calendario di ottobre non sarà semplice, tra le sfide con Milan (domani), Como, Real Madrid e Lazio, e qualche incertezza di troppo potrebbe presto cambiare il clima intorno al tecnico bianconero.