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Gattuso senza Chiesa. Ma l’Italia ne ha bisogno

di Claudio Savelli sabato 4 ottobre 2025

3' di lettura

Rino Gattuso ti mette le ali... anche se di ali non ne ha. Deve andarle a cercare nei meandri del calcio italiano, premiando qualcuno che non ha ancora dimostrato del tutto di essere da Nazionale ma potrebbe diventarlo. È il caso di Nicolò Cambiaghi, ala del Bologna di anni 24, quindi non più giovane ma già pronto all’uso. La convocazione di Cambiaghi è corretta a prescindere dalla rinuncia a Chiesa, che invece è stata subito contestata dai 60 milioni di ct. In realtà, l’unico ct incaricato ha preso in seria considerazione il ritorno dell’ala del Liverpool in Nazionale, ma poi ha deciso di rimandare al prossimo giro per inviare un segnale al diretto interessato: serve di più perché Chiesa non può tornare per fare la comparsa, come sta facendo in Inghilterra. Gran parte dei 60 milioni di ct ha sottolineato i 2 gol e i 2 assist messi a referto da Chiesa in questo inizio di stagione, ma sorvola sui minuti in campo. Troppo pochi, solo 153’, di cui 90’ nella Carabao Cup, la seconda coppa inglese, quella in cui viene dato spazio a chi non gioca mai o agli emergenti dal vivaio. In quella gara Chiesa ha firmato due assist, ma va considerato anche che l’avversario era il Southampton che occupa la 14esima posizione in seconda divisione.

NUMERI I due gol li ha segnati in Premier League, è vero, ma da subentrato negli ultimi minuti. Non è mai partito titolare e non è mai stato in campo per più di 18’: 8, 10, 11,18,16, questa la sua collezione. E in un’occasione non era stato convocato. Insomma, Chiesa al momento è un giocatore abituato a giocare al massimo un quarto d’ora ad alto livello. E Gattuso ha bisogno di un Chiesa che dia garanzie dal primo all’ultimo minuto, per due partite a stretto giro. Nel frattempo il ct prova Cambiaghi che è la migliore - anzi, l’unica - proposta in quel ruolo oltre a Zaccagni che non sta certamente brillando. Va ricordato anche che Cambiaghi è reduce da un’annata compromessa da un infortunio grave, quindi è in risalita ora. A destra, invece, ci sono Politano e Orsolini che, per impiego e numeri, lasciano il ct più tranquillo. Se proprio vogliamo dirla tutta, l’altra “prima volta” è ancor più discutibile rispetto a Cambiaghi: la convocazione di Nicolussi Caviglia è figlia della fiducia nel talento del ragazzo più che del rendimento nella Fiorentina.

E forse è dettata anche dalla difficoltà a rendere nella Fiorentina stessa che Pioli ha smontato senza rimontare. Vale lo stesso per Kean che, però, in azzurro ritrova la pace dei sensi, e comunque di alternative davanti ce ne sono: Retegui che non sembra aver perso condizione, Pio Esposito che cresce, Raspadori che si abbina a tutti in un ipotetico attacco a due. Contraddittoria anche la convocazione di Frattesi che non riesce ad accumulare minuti con l’Inter, ma viene considerato un’arma utile a gara in corso. In compenso è stato bocciato il suo alter ego Fabbian, il che lascia presagire un cambio di modulo verso il 4-4-2. In questo senso va letto il ritorno di Cristante, preferito a Rovella per una questione di rendimento e a Ricci per i minuti in campo. Dietro, invece, tornano Udogie, Gabbia e Coppola mentre sparisce Gatti, il che fa pensare a un nuovo tentativo della coppia Bastoni-Calafiori in mezzo. Da lunedì si vedrà. Inutile ricordare l’obiettivo: battere l’Estonia a Tallinn sabato 11 ottobre e sperare che Israele faccia altrettanto con la Norvegia, per poi “ringraziare” lo stesso Israele a Udine martedì 14 ottobre.

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