Due settimane fa, tornare numero uno del mondo sembrava un sogno fuori portata. Era stato lo stesso Jannik Sinner a dirlo: «È praticamente impossibile che accada entro fine anno». Eppure, come il calabrone che non poteva volare, ma lo faceva ugualmente, anche Sinner ha confutato il suo teorema, tornando dove merita: al suo posto, al numero 1. Ha vinto Vienna, ha vinto Parigi, e con il ko di Alcaraz all’esordio contro Norrie, tutto si è allineato affinché quella notte di New York, restasse lì a segnare il nuovo punto di partenza. Era un soldato in missione: compiuta.
È con un lungolinea di rovescio, il colpo della casa, che Sinner ha messo il punto esclamativo sulla partita, battendo Felix Auger-Aliassime 6-4 7-6 in 1h52m e conquistando per la prima volta in carriera il Masters 1000 di Parigi-La Defense. È il primo italiano a riuscirci, è il quinto titolo stagionale, il quinto 1000 in carriera, il ventitreesimo complessivo. «È stata una cosa enorme», ha detto Jannik. «Finale intensa, sapevamo entrambi cosa c’era in palio. Gli ultimi due mesi sono stati pazzeschi, ho cercato di migliorare come giocatore e ci sono riuscito. È stato un anno incredibile: non importa cosa succederà a Torino, sarò contento comunque». Poi una nota tecnica: «Felix serviva benissimo, non ho avuto molte chance. Il mini-break nel tie-break è stato cruciale».
La partita è infatti piuttosto equilibrata ed è bravo Sinner a rompere immediatamente l’equilibrio, mettendo a segno l’unico break di tutta la partita, che risulterà decisivo per il risultato finale. Poi l’entrata in modalità pilota automatico: controlla il primo set con autorità, perdendo appena tre punti nei propri turni di battuta. Chiude 6-4 in 44 minuti con un ace e un dritto incrociato che scatena l’applauso di coach Cahill.
LIVELLO SUPERIORE
Nel secondo parziale il canadese alza il livello, tiene meglio il campo, si aggrappa al servizio. Sinner accusa un leggero calo ma resta lucido nei momenti chiave. Nel tie-break finale non trema: mini-break sul 3-2, poi due match point e chiusura con rovescio lungolinea vincente. Un’ora e cinquantadue minuti bastano per prendersi il titolo e il trono del mondo.
Sarà la settimana numero 66 da numero uno, un ritorno simbolico ma pesante, frutto di due settimane perfette. Perché tra sette giorni, con l’inizio delle Finals e la cancellazione dei punti dell’edizione 2024, Carlos Alcaraz tornerà in vetta, ma il segnale è chiaro: la sfida è aperta, e Sinner è di nuovo lì. Per quanto? Dipenderà da cosa accadrà a Torino. Dopo il trionfo al Masters 1000 di Parigi, Jannik Sinner inizierà le ATP Finals con 10.000 punti, mentre Carlos Alcaraz ne avrà 11.050. A Torino ogni vittoria nel girone vale 200 punti, la semifinale ne assegna 400 e la finale altri 500, per un massimo complessivo di 1.500. Sinner chiuderebbe il 2025 da numero 1 solo in alcuni scenari: se vincesse il titolo da imbattuto, raggiungendo 11.500 punti, a condizione che Alcaraz non vada oltre due successi nel girone; oppure se trionfasse con due vittorie nella fase a gruppi, salendo a 11.300 punti, ma con lo spagnolo eliminato dopo un solo successo; infine, anche con una sola vittoria nel girone (totale 11.100 punti), l’azzurro potrebbe restare in vetta soltanto se Alcaraz perdesse tutti e tre i match del gruppo.
Felix Auger-Aliassime, che con un successo avrebbe centrato la qualificazione diretta alle Finals, volerà a Metz, con un orecchio ad Atene (Musetti ancora in corsa). Sinner, invece, arriva a Torino da leader del ranking e con il morale più alto che mai. Quel paradosso, confutato una volta di più è l’ennesima lezione dello sport: contro ogni previsione, Jannik Sinner continua a volare.