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Brasile, Carlo Ancelotti sotto assedio: "Non voglio tecnici stranieri"

di Lorenzo Pastuglia mercoledì 5 novembre 2025

2' di lettura

La Confederazione brasiliana di calcio (CBF) ha ospitato a Rio de Janeiro il 2° Forum degli Allenatori brasiliani, un appuntamento nato per celebrare i protagonisti della panchina verdeoro e riflettere sul futuro del calcio nazionale. Tra i presenti, molte figure storiche del calcio carioca – da Emerson Leão a Oswaldo de Oliveira, fino a Vagner Mancini, oggi presidente della Federazione Allenatori – e un ospite d’onore: Carlo Ancelotti, commissario tecnico della Seleção, premiato con una targa speciale.

Quello che doveva essere un momento di festa si è però trasformato in un confronto acceso, con l’allenatore italiano finito involontariamente al centro di un dibattito sulla presenza di tecnici stranieri in Brasile. “Non mi piacciono gli allenatori stranieri nel mio Paese", ha ammesso Emerson Leão, campione del mondo nel 1970, "ma dobbiamo riconoscere che la colpa è nostra. Siamo stati noi tecnici brasiliani a permettere questa invasione, perdendo qualità e aggiornamento”. Sulla stessa linea Oswaldo de Oliveira, anche lui premiato durante la serata: “Non volevo un allenatore straniero, ma se doveva arrivarne uno, speravo fosse proprio Ancelotti. Gli auguro di vincere il Mondiale, ma dopo di lui spero che torni un tecnico brasiliano”.

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Un dibattito che, secondo molti osservatori presenti, è apparso una sorta di “mancanza di rispetto” nei confronti di Ancelotti, che ha assistito in silenzio alle dichiarazioni dei colleghi, apparendo per qualche istante spaesato. A chiudere l’incontro è stato ancora Leão, con parole più concilianti: “Non alleno più, ma resto a disposizione per trasmettere la mia esperienza. Buona fortuna, Vagner… e buona fortuna anche a te”, ha detto rivolgendosi a Carletto. L’applauso finale ha sciolto la tensione e ricordato che, in Brasile, il tema dell’identità calcistica resta più vivo che mai.

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