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Jannik Sinner, schiaffo ai criticoni: "Che Paese è l'Italia"

mercoledì 5 novembre 2025

2' di lettura

Jannik Sinner si toglie qualche sassolino dalla scarpa e non dimentica di lanciare una frecciata a chi in questo periodo lo ha criticato. "Wimbledon? Alzare questo titolo a me ha cambiato un po', perché Wimbledon è sempre stato e rimarrà sempre il torneo del tennis, secondo me. Sono contento di portare questo trofeo anche in Italia, perché l'Italia è un paese che a me dà veramente tanto, come è stata anche la Coppa Davis, che abbiamo vinto due volte di fila. Ecco, ci sono alcuni tornei che fanno bene a essere di nuovo in Italia e sono molto contento di dare il mio contributo". In un'intervista a Sky Sport l'altoatesino torna sul ko al Roland Garros. 

Lì, spiega, "si può dire che eravamo molto vicini, a tre match point! Quando le cose si complicano, c'è qualcosa dentro di me che mi fa capire che c'è ancora un tantissimo da lavorare. E dopo quella finale, mi ricordo che i primi due, tre giorni era un disastro, perché non riuscivo nemmeno a dormire. Non avevo energia durante il giorno, ero distrutto". Dopo però i risultati sono dei migliori e ora il campione non può fare a meno di guardare al futuro.

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Tra i primi nodi da sciogliere quello di Cahill. "Convincere Cahill ad andare avanti? Ancora dobbiamo parlare, perché la stagione non è finita: c'è un torneo importante qua a Torino, sappiamo cosa c'è in palio. Però dopo ovviamente ci dobbiamo sedere e confrontarci. Lui ha compiuto 60 anni quest'anno, è stato nel tennis da giocatore, poi è entrato come allenatore, quindi è in questo mondo da 40, 45 anni: capisco anche lui". In ogni caso, tiene a precisare, "mi vedo insieme a Cahill ancora per un altro anno, perché è una persona che va forse anche oltre il concetto di allenatore - prosegue - è un po' come il padre che unisce tutto il team, soprattutto quando le cose non vanno benissimo. È stato fondamentale fino a ora per la mia crescita, per quello che sono. È stato fondamentale anche per Simone (Vagnozzi, ndr) perché mi ha preso quando ero tra i primi dieci e anche lì dalla parte dell'allenatore c'è tanta pressione. Speriamo di convincerlo".

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