Il momento complicato dell’Inter negli scontri diretti fa da sfondo a un tema che, in casa nerazzurra, pesa e va tenuto in considerazione: il portiere del futuro. La sconfitta con il Milan ha messo ancora una volta in luce la differenza tra i due estremi difensivi.
Da un lato Yan Sommer, puntuale in tante occasioni ma spesso colpito al primo tiro, dall’altro Mike Maignan, autore dell’ennesima prestazione dominante e capace di rendere evidente – forse troppo – il divario tra i due. Lo ha fatto proprio domenica, con due interventi decisivi e il rigore parato a Hakan Calhanoglu che ha decretato la vittoria per i rossoneri.
L’episodio del gol di Saelemaekers, con il tuffo non irresistibile di Sommer e il tap-in di Chris Pulisic, è stato accentuato dalla prova monstre del francese, sempre più centrale nella narrazione della partita e del mercato. Intanto Maignan si avvicina alla scadenza del contratto con il Milan e, dopo aver chiesto un ingaggio da 5,5 milioni senza trovare l’accordo, sembra destinato a salutare a giugno. Una situazione che dall’altra parte del Naviglio osservano con interesse crescente.
Per l’Inter, l’occasione è di quelle che fanno vacillare ogni logica di bilancio: prendere il portiere della nazionale transalpina a parametro zero sarebbe un colpo tecnico e psicologico enorme. Non è un profilo perfettamente in linea con i criteri di Oaktree — 30 anni e un ingaggio importante — ma porte così non si aprono spesso. E strappare al Milan il suo leader difensivo avrebbe un peso enorme sia nello spogliatoio che nell’umore della città.
Sommer resta un portiere affidabile, decisivo fino a pochi mesi fa in Champions, ma la sensazione è che il reparto abbia perso certezze. L’alternativa interna, Martinez, attraversa un momento personale complicato — l’incidente nel quale ha trovato la morte un anziano disabile in carrozzina — e tornerà solo gradualmente. Intanto la Champions offre un’occasione per ripartire, ma il pensiero corre inevitabilmente a giugno. L’Inter ha una porta da blindare, e Maignan incarna il sogno più grande: un numero uno che vale quanto un grande centravanti e che, per una volta, potrebbe cambiare equilibrio non solo in campo, ma in tutta Milano.