Raccontare il 2025 della Ferrari non è stato semplice nemmeno per chi doveva celebrarlo. Alla festa di Natale a Fiorano, davanti ai maxischermi, scorrono immagini che provano a dare un senso a una stagione avara di soddisfazioni: il calore dei tifosi, i meccanici protagonisti ai box, qualche manovra in pista e i sette podi conquistati da Charles Leclerc. Poco altro. L’unico lampo resta la Sprint Race di Shanghai, vinta da Lewis Hamilton e poi cancellata dalla doppia squalifica arrivata il giorno dopo, episodio che ha segnato l’inizio di un campionato in salita.
“Dopo quell’episodio avevamo già le spalle al muro”, ammette Fred Vasseur, consapevole di un’annata compromessa presto e di errori pagati a caro prezzo. “Che piccoli dettagli possono fare una grande differenza”. Dettagli che, col senno di poi, hanno inciso ben più del previsto. Il team principal si presenta lucido ma provato, sotto osservazione come l’intera squadra. La nuova monoposto verrà svelata il 23 gennaio, senza proclami: prudenza assoluta in vista di un regolamento che cambierà rapidamente gli equilibri.
“Sarà un viaggio nell’ignoto”, spiega Loic Serra, sottolineando l’entusiasmo interno ma anche l’incertezza dei primi test. Vasseur riconosce due scelte pesanti: lo stop anticipato allo sviluppo aerodinamico e la gestione dell’arrivo di Hamilton. “Ho sottovalutato la portata del cambiamento”, confessa, parlando dell’impatto umano e tecnico del passaggio dal mondo Mercedes a Maranello.
Il paradosso è evidente: Hamilton era stato chiamato per trascinare la Ferrari al titolo, ora è la Ferrari a dover aiutare lui a ritrovare competitività. “Dobbiamo migliorare la collaborazione”, spiega Vasseur, lasciando aperta ogni ipotesi, anche sullo staff. Riccardo Adami potrebbe non essere più il suo ingegnere di pista: “Valutiamo tutte le ipotesi”. Una certezza rimane: a Maranello non esiste alternativa al successo. La Ferrari, semplicemente, deve tornare a vincere.