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Ong, ecco quando scatta il sequestro: la stretta di Piantedosi

di Fausto Carioti mercoledì 28 dicembre 2022

3' di lettura

Alla domanda "Cosa faranno il governo e la maggioranza da gennaio, quando la manovra sarà stata approvata?" è arrivata ieri una risposta: proveranno a rendere l'Italia più sicura. Sono in cantiere regole più severe contro la violenza sulle donne e le baby gang, e per rendere possibile un uso più frequente del taser da parte delle forze dell'ordine: se ne parlerà presto, nelle prossime riunioni del consiglio dei ministri. Ma il primo passo riguarda il contrasto all'immigrazione irregolare e dovrebbe essere fatto già oggi pomeriggio, con l'approvazione del decreto che disciplina l'attività delle ong che operano nel Mediterraneo e prevede multe e sequestri per chi non si adegua. 

Lo scopo è mettere fine al fenomeno denunciato da Frontex, l'agenzia Ue per il controllo delle frontiere, nel documento riservato del giugno del 2021, in cui si legge che «la presenza di attività delle ong continua ad agire come un fattore di attrazione. I migranti che arrivano dalla Libia affermano costantemente di aver monitorato la presenza di ong nella zona, e che molti si sono rifiutati di prendere il mare se queste non c'erano».

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NESSUNA DEVIAZIONE
La bozza delle nuove regole è stata scritta ieri al Viminale, in una riunione tecnica cui hanno partecipato, oltre agli esperti di affari legislativi del ministero dell'Interno, quelli di palazzo Chigi e di tutti i dicasteri coinvolti: Infrastrutture, Lavoro, Giustizia, Difesa ed Esteri. Le norme che costoro hanno preparato introducono un codice di condotta che le ong dovranno rispettare nelle loro azioni di soccorso, se non vorranno incappare nelle nuove, severe sanzioni amministrative. Le ong, infatti, non potranno più agire in totale libertà: le loro operazioni saranno in regola solo se comunicate immediatamente alle autorità italiane e al loro Stato di bandiera, e se i loro salvataggi saranno effettuati nel rispetto delle indicazioni fornite dalle Capitanerie di porto e dalla Guardia costiera.

Il codice introduce una serie di obblighi per le navi delle ong, il primo dei quali è il possesso di tutte le autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti e dei requisiti di idoneità tecnico-nautica: chi ne sarà sprovvisto, non potrà effettuare salvataggi. Seconda regola: i responsabili delle ong dovranno chiedere immediatamente agli imbarcati se intendono chiedere la protezione internazionale, e informare subito le autorità italiane.

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Terza regola, la più importante: imbarcati i presunti naufraghi, il capitano della nave dovrà chiedere immediatamente alle autorità italiane l'indicazione di un porto sicuro per lo sbarco e recarsi subito lì. Questo significa senza deviare per andare incontro ad altri barconi e senza far trasbordare gli immigrati su altre navi. Quarta regola: i rappresentanti delle ong dovranno fornire alle autorità italiane tutte le informazioni necessarie per accertare eventuali reati connessi all'immigrazione irregolare, e dunque anche denunciare gli scafisti.

Per le ong che non rispetteranno queste regole la bozza del decreto prevede, al posto delle attuali sanzioni penali, dimostratesi inefficaci, una serie di sanzioni amministrative improntate alla gradualità e alla proporzionalità. Quelle più lievi saranno di tipo pecuniario, ossia multe; per le violazioni più serie si prevede il fermo amministrativo della nave e, nei casi più gravi, il sequestro e la confisca del natante.

PIANTEDOSI DIVERSIFICA
È chiaro, anche dalla scelta di Piantedosi di far attraccare a Ravenna la Ocean Viking con i suoi 113 immigrati, che il ministro intende diversificare i porti per gli sbarchi, evitando che questi avvengano sempre in Calabria e Sicilia. La ragione, spiega chi ha seguito la pratica, è che quelle regioni sono martoriate dal flusso continuo di immigrati irregolari e hanno le strutture di accoglienza sovraffollate e sotto stress. Altri porti di sbarco che potrebbero essere indicati nel prossimo futuro alle imbarcazioni delle ong sono quelli di Livorno e Bari. 

Le norme abbozzate ieri attendono adesso il vaglio politico da parte del presidente del consiglio, di Salvini e del ministro degli Esteri Antonio Tajani, capodelegazione di Forza Italia nel governo. Se tutte le componenti della maggioranza concorderanno su di esse, o su un testo comunque molto simile a quello preparato ieri dai tecnici, il "decreto ong" potrà essere approvato già oggi a palazzo Chigi, nel consiglio dei ministri che dovrebbe svolgersi alle 18. Il parlamento avrà quindi tempo sino alla fine di febbraio per convertirlo in legge.

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