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Immigrazione, i trafficanti di uomini spaventano l'Italia: le nuove rotte

domenica 8 gennaio 2023

2' di lettura

Il decreto ong messo a punto dal governo e da Matteo Piantedosi per certo limita e limiterà il parametro d'azione delle navi di salvataggio "autorizzate". Ma per quel che concerne il problema-immigrazione, resta il fronte dei barconi che arrivano in totale autonomia nelle nostre acque territoriali, insomma il flusso di migranti che con le ong non ha nulla a che spartire.

Si tratta dalle cosiddetta rotta del Mediterraneo centrale, gestita da trafficanti di uomini e banditi, circostanza che spaventa e preoccupa il governo. Come spiega La Stampa, la rotta Mediterranea è "composta di tre sotto-rotte: quella tunisina, quella tripolina e quella che parte dalla Cirenaica. La seconda incrocia con la presenza delle navi umanitarie e si può discutere se esista il famoso pull factor oppure no. Ma la prima e la terza non c'entrano affatto con le Ong. E sono diventate queste ultime le più pericolose per i migranti", sottolinea il quotidiano torinese.

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Il punto è che queste ultime due sotto-rotte stanno crescendo velocemente, così come dimostra l'elenco della nazionalità degli sbarcati di cui dispone il ministero dell'Interno. Si pensi infatti che nel corso del 2021, su 105.140 sbarchi, gli egiziani erano 20.542. Eppure i barconi che partono dai porti dell'Egitto sono pochissimi, quasi zero, a causa dell'imponente controllo esercitato dalla polizia locale. Tali arrivi si spiega con il flusso di partenze da Bengasi, in Libia, dove i controlli al contrario sono inesistenti: per un migrante è sufficiente attraversare il condinte tra Egitto e Libia, per poi imbarcarsi.

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E l'organizzazione dei trafficanti di uomini è dimostrata anche dal fatto che la seconda nazionalità degli sbarchi è dal Bangladesh, pari a quasi 15mila uomini: persone che prendono voli a basso costo per il Cairo per poi proseguire via terra. Il problema della presenza di begnalesi in Libia, sempre a Bengasi e dintorni, è ormai macroscopico. Così come rischia di ingigantirsi ulteriormente quello degli arrivi illegali in Italia.

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