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Immigrazione, la sfida di Gianluca Spadoni: "Pronto a formare i migranti"

sabato 22 luglio 2023

2' di lettura

L'ondata di immigrati in Italia può rappresentare un problema sociale, ma anche una grande opportunità economia e di integrazione. Ne è convinto Gianluca Spadoni, imprenditore romagnolo del settore della formazione e ideatore dell'Osservatorio Evolution Forum Business School sulle Pmi. Nel corso della sua carriera ha formato e aiutato a inserire nel mondo del lavoro oltre 400mila persone e ora si dice pronto alla nuova sfida, "formare i migranti che sbarcano in Italia o prima ancora nei loro Paesi di origine per inserirli nel mondo del lavoro".

Dal gennaio del 2023 sono sbarcati in Italia oltre 75mila disperati, +135% rispetto allo scorso anno. "Sono disponibile a formare gruppi selezionati di queste persone anche eventualmente sul campo e nei loro Paesi a condizione che questi programmi formativi siano fatti a sostegno delle aziende dei vari settori economici che si dovessero occupare della formazione tecnica (hard skill) necessaria per i loro settori di attività - spiega Spadoni -. Sarei disposto a costruire un impianto formativo con le aziende. Mi occupo di soft skill quindi lavoro sulla mentalità ma poi c’è la formazione pratica e se ci servono delle persone che devono lavorare in agricoltura certo, le possiamo formare sull’atteggiamento mentale, ma poi bisogna insegnare loro a guidare un trattore, a usare un irrigatore, a potare le viti, a curare gli alberi da frutto, a mungere le mucche, a seminare e via dicendo. Se in Italia queste cose non le vogliono più fare allora dobbiamo insegnarle e con l’intervento delle aziende dei settori interessati si può contribuire ad affrontare in modo positivo ed efficace il tema dell’emigrazione ma allo stesso tempo usciremmo da quell’enorme paradosso secondo cui abbiamo imprese che potrebbero lavorare ma non trovano il personale. Sono convinto – continua Spadoni – che troveremmo grandi adesioni".

Secondo l'imprenditore romagnolo "sarebbe un ottimo effetto leva perché con qualche milione di euro di finanziamento da parte dello Stato le aziende manderebbero le loro competenze per poi assumere dei talenti, un modo assolutamente meraviglioso di fare scouting. È evidente che la complessità di realizzare queste attività formative nei vari Paesi interessati dai noti e rilevanti fenomeni emigrativi richiede interventi essenziali da parte delle nostre competenti Autorità pubbliche per creare le necessarie condizioni operative. Sarebbe una sorta di 'vivaio', come fa per esempio il Barcellona che fa scuola calcio in Italia e viene a cercare i bambini di 6/8 anni: dobbiamo andare in quelle zone in cui sappiamo esistere un flusso migratorio dato da condizioni geopolitiche che non dipendono da noi e, visto che prima o poi verranno da noi, gli dobbiamo insegnare un mestiere così che quando arrivano sappiamo che hanno imparato una professione".
 

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