Cerca
Cerca
+

Albania, i vescovi si schierano coi migranti: "La prigione albanese resta vuota? Bene"

Francesco Storace
  • a
  • a
  • a

Dopo i giudici ci mancavano i legislatori in tonaca. Non solo i magistrati rendono felice la sinistra italiana che esulta per il sabotaggio dell’accordo tra Italia e Albania sui migranti. Ma ci si mettono anche i vescovi, stavolta non dal pulpito, a predicare contro la svolta in tema di lotta all’immigrazione clandestina.

Di più: con la voce di monsignor Gian Carlo Perego - non nuovo all’impresa - danno una lezioncina anche alla Commissione europea e come un Bonelli qualsiasi si mettono a concionare di danno erariale. Italia sotto botta...

L’alto prelato - presidente della Commissione Cei che si occupa di immigrazione e presidente della fondazione Migrantes- parla a ruota libera di «soldi buttati a mare perché i dodici migranti torneranno tutti a Bari». Ovviamente senza accennare al dettaglio di una decisione della magistratura che si fa potere politico al posto di Governo e Parlamento.

 

 

 

Il centro albanese «torna ad essere vuoto ed era abbastanza ovvio che una procedura così accelerata, senza considerare tutti gli elementi della storia della persona, fosse impugnata da un tribunale, in questo caso quello di Roma». Monsignor Perego sembra parlare da un megafono quando afferma queste cose e mette in fila le situazioni che avrebbero portato i giudici a non convalidare i trattenimenti dei dodici migranti nei centri in Albania.

«Credo che anche questo fatto l'auspicio - possa portare la Commissione europea a valutare con più attenzione il progetto di esternalizzazione e, al tempo stesso, noi vediamo che in Albania ci sonodi fatto tre prigioni: un centro di trattenimento che di fatto non è accessibile, un Cpr, e una vera e propria patria galera. Non si può impedire qualsiasi tipo di movimento per tutelarsi da una persona richiedente asilo».

 

ESTERNALIZZAZIONE

L’esponente della Cei si espone in maniera diretta, come se fosse lui il protagonista della vertenza e delle decisioni da prendere: «Stiamo a vedere perché il vulnus più grave ora è quello del patto europeo che entra in vigore nel 2026 dove è prevista l’esternalizzazione. La Commissione europea aveva dichiarato che in questo momento non era prevista la possibilità di fare questa esternalizzazione che invece è prevista nel patto europeo».

 

 

 

E aggiunge: «Bisognerà vedere se questo tipo di esternalizzazione sarà condannata dalla Corte penale o dalla commissione europea dei diritti umani perché è un dato di fatto che se non si rende accessibile la richiesta di asilo in maniera tutelante, con ricorsi in tempi necessari, anche per quel che riguarda l’articolo 10 della nostra Costituzione la tutela dei richiedenti asilo non viene fatta». E qui avanza, monsignor Perego, persino l'ipotesi di danno erariale. «Lo spreco di risorse - osserva il presidente di Migrantes - potrebbe portare anche ad una valutazione di questo tipo. L’abitudine comincerebbe a diventare un po’ grave in un momento in cui a tutti sono richiesti sacrifici. Poco comprensibile è soprattutto il fatto di non prendersi a carico questa doverosa richiesta di asilo che alla luce dell’art. 10 della Costituzione noi dobbiamo fare sul nostro territorio'».

Che altro deve accadere per nominarlo ministro del governo immaginario della sinistra al potere? La decisione dei giudici di non convalidare i trattenimenti dei dodici migranti arriva nel giorno della difesa di Matteo Salvini nel processo Open Arms e il vescovo sembra persino auspicare la condanna del ministro: «Se alla decisione si unirà un’altra condanna, che potrebbe anche avvenire, - scandisce mons. Perego - significa che sono da rivedere tutti i decreti sicurezza come le leggi che andavano in una certa direzione ed erano volte alla criminalizzazione delle Ong».. Si offende il monsignore se chiediamo se ad essere buttati possono essere considerati i soldi che si danno alla Cei, in casi come il suo?

Dai blog