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Giorgia Meloni, la missione in Tunisia: un patto anti-clandestini

di Pietro De Leo venerdì 1 agosto 2025

3' di lettura

Una missione lampo in Tunisia, per implementare il Piano Mattei, proprio lì dove è iniziato il percorso dell’impegno italiano in Africa. È stata l’iniziativa di ieri della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha incontrato in un bilaterale a Cartagine il Presidente della Repubblica tunisina Kais Saied. Un colloquio che riconferma il rapporto «eccellente», come viene evidenziato da Palazzo Chigi, tra i due Paesi. L’appuntamento tra i due leader è servito a mappare lo «stato di avanzamento delle progettualità per l’Africa, richiamando anche la dichiarazione congiunta sulle attività di cooperazione allo sviluppo firmata a gennaio».
Il vertice è molto concreto, e affronta dossier fondamentali anche per lo sviluppo tunisino. A partire dal progetto Tanit, viene specificato in una nota, «per l’impiego di acque reflue per il recupero di terreni agricoli e alla prossima creazione di un centro di formazione agricola a vocazione regionale».

PIANO MATTEI
Dunque, si riafferma il cuore del Piano Mattei: portare know how nei Paesi africani, anche come leva di contrasto all’immigrazione clandestina. Questo è stato un altro punto del confronto, considerando che la Tunisia «è un Paese importante con cui l'Italia desidera mantenere rapporti stretti e costanti, soprattutto per la sua stabilità e per la gestione della questione degli sbarchi». Dunque, è stato ribadito «l’impegno comune nel contrastare le reti criminali di trafficanti di esseri umani e allo stesso tempo promuovere vie legali di migrazione anche nel contesto del processo di Roma». La cooperazione, dunque, rimane leva fondamentale per combattere i traffici di esseri umani.

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Altro tema, la collaborazione sul piano energetico. A questo proposito, «Meloni ha affermato l’impegno italiano nella realizzazione dell’elettrodotto Elmed», infrastruttura strategica sia per l’Italia e la Tunisia che per tutta l’Europa. Questo progetto «vede anche l’impegno del settore privato italiano per la produzione di energie rinnovabili in Tunisia». Il vertice di ieri segue una fitta agenda di impegno di Palazzo Chigi in Africa. Appena qualche giorno fa, infatti, Giorgia Meloni ha tenuto una missione in Etiopia, dove è stato firmato un accordo di partenariato su molti settori, dallo sviluppo agricolo alla pesca e la trasformazione alimentare. Inoltre, qualche giorno prima si era tenuto un bilaterale Italia-Algeria, stavolta a Roma, con la firma di 40 accordi in diversi comparti. Subito, in serata, è arrivata la protesta della segretaria del Pd Elly Schlein: «Meloni va a stringere mani e accordi con Saied mentre una nave commerciale con a bordo 90 sopravvissuti di un naufragio in cui sono morti anche due bambini è bloccata da 50 ore in area di soccorso tunisina, con le autorità italiane e tunisine che si sono rifiutate di intervenire- come denunciato da Sea-Watch e Sos Mediterranee».

TURCHIA
L’agenda rivolta all’Africa proseguirà in parte anche oggi. Giorgia Meloni volerà in Turchia, dove a Istanbul incontrerà il Presidente Recep Tayyp Erdogan. Secondo quanto riferito da fonti libiche all’Agenzia Nova, all’incontro di oggi sarà presente anche il leader del governo di Tripoli Abdulhamid Dabaiba. Tra i temi affrontati, ovviamente, anche i flussi migratori. Proprio il riacutizzarsi delle tensioni tra Tripolitania e Cirenaica (dove il blocco di potere territoriale del Generale Haftar è un allungo di influenza russa) è stato all’origine di nuove criticità nell’ambito dei flussi irregolari. In questa contesa, Dabaiba rischia di essere l'attore più fragile. La relazione con la Turchia, in questo quadro, assume quindi una certa rilevanza strategica. Meloni ed Erdogan si erano già incontrati ad aprile a Roma, a Villa Pamphili, occasione nella quale erano stati firmati alcuni accordi bilaterali e un Memorandum d’Intesa. Un confronto che continua a essere un punto chiave del contributo italiano per lo sviluppo del Mediterraneo

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