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Il Pd sale sul barcone che viola la legge per rifilarci i migranti

di Francesco Storace mercoledì 27 agosto 2025

3' di lettura

Una giusta non la fanno. È il Pd modello Schlein, che comunque può vantare significativi precedenti anche in altre stagioni. Accade che oggi una delegazione – così l’hanno chiamata, anziché ciurma, manco andassero alle Nazioni Unite – salirà a bordo della nave Mediterranea, al centro di una polemica stramba col Viminale.

Anni fa lo fecero contro Salvini, e poi ci fu il processo di Palermo con tanto di assoluzione che la Procura “competente” non tollera. Ora la gita è a Trapani, dove il Pd salirà sul barcone ormeggiato in porto. Sempre dalla parte sbagliata, sempre contro la legge... A vacanze verso la fine, si deve pur trovare un motivo per dimostrare esistenza politica in vita. E il Nazareno ha impartito l’ordine con i soliti slogan. Dicono che la loro priorità è «salvare vite migliaia disperati che sfidano Mediterraneo dopo sevizie e violenze».

Ovviamente, nel mirino è il governo dell’Italia, che dovrebbe essere il loro Paese. E particolare accanimento è riservato, al solito, al ministro Matteo Piantedosi. La sceneggiata è prevista per le 12 di oggi. Una delegazione del Pd - composta da deputati nazionali, regionali, componenti della segreteria regionale e dirigenti della federazione di Trapani - salirà a bordo della nave della ong Mediterranea, sottoposta a fermo deciso dal Viminale in seguito all’arrivo a Trapani nei giorni scorsi.

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Infatti, l’imbarcazione ha prima svolto il consueto lavoro di soccorso dei migranti segnalati probabilmente con i soliti metodi è poi ha fatto rotta verso la città siciliana. Il ministero dell’Interno aveva invece indicato come porto sicuro quello di Genova, ma loro preferiscono quello “vicino”. Decidono le Ong, insomma, non lo Stato. E da che parte si schiera il Pd? Ovviamente, con chi viola le direttive di chi opera nella pubblica sicurezza. Ma non solo. Il Pd fa baccano anche su un’altra nave: «Ad Augusta è arrivata anche la Ocean Viking, che ha salvato naufraghi mentre le motovedette libiche hanno sparato per oltre 20 minuti». È il Nazareno che dà la linea assieme ai titoli di giornale... Ma al Viminale non si ha notizia di colpi di Stato. E il ministro Piantedosi si limita ad affermare un principio sacrosanto: «È lo Stato che contrasta i trafficanti di esseri umani e coordina i soccorsi in mare. Non le Ong».

Il che dovrebbe essere materia non in discussione, che chiunque farebbe propria dal dicastero preposto al rispetto delle leggi. Citofonare Minniti, nel caso. E invece la sinistra risponde con la solita ca ciara di sempre, noncurante dello sconcerto che prevale nella pubblica opinione e come testimoniato anche dal recente referendum sulla cittadinanza agli immigrati. Pretese nel disprezzo delle leggi non sono più gradite dai cittadini, ma il Pd pensa di potersene fregare impunemente, come testimonierà l’eroica manfrina che oggi avverrà a Trapani. Ancora peggio fanno gli estremisti alleati della Schlein, a partire da Nicola Fratoianni e Riccardo Magi. Entrambi se ne escono con lo stesso volantino di parole sconclusionate per rinfacciare a Piantedosi il caso Almasri. Che diventa ormai l’alibi per qualunque violazione di leggi e direttive a colpi di gnegnè.

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È un’opposizione che frigna e dimentica quali sono i doveri di uno Stato di fronte al solito assalto delle Ong a loro tanto gradite. Non una parola, ovviamente, è pronunciata dalle minoranze per stigmatizzare il traffico di persone provenienti da paesi lontani e costrette a strapagare il viaggio a banditi senza scrupoli. Sono ormai note le scorribande in mare, a partire dal Mediterraneo: anziché applaudire al tentativo del Viminale di frenare l’ondata verso e contro l’Italia, si preferisce mettere nel mirino il ministro dell’Interno. La strategia è sempre la stessa, pur se fallimentare. Scardinare la politica di sicurezza – e non a caso sono quelli che hanno fatto di tutto, non riuscendoci, per sabotare il decreto approvato dal Parlamento – perché hanno bisogno di migranti persino clandestini per mettere in difficoltà l’esecutivo. Ma la loro “battaglia” non sembra avviata alla vittoria. Perché lo Stato non intende farsi mettere sotto dall’estremismo ed è pronto a fare la propria parte al servizio degli italiani. Le sceneggiate del Pd non servono a niente.

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