Sempre peggio. Non solo la Ong Mediterranea ha praticamente occupato il porto di Trapani con il codazzo di delegazioni politiche e migranti; ma ora denunciano – con una faccia tosta inarrivabile - alla Procura che c’è qualche complice italiano dei trafficanti libici da cui sono stati “intimiditi” nei giorni scorsi (e pensare che li davamo tutti in affettuosa compagnia di quelli che Luigi Di Majo battezzò “Taxi del mare”...). Di più: ricevono gli applausi di Pd e compagnia varia – addirittura il redivivo Leoluca Orlando, tanto per non farsi mancare nulla – e pretendono di spiegare a Matteo Piantedosi come si fa il ministro dell’Interno. E la Cgil fa da servizio d’ordine all’imbarcazione che contravviene alle direttive del Viminale. Ormai sembra un manicomio.
SFIDA AL BUONSENSO
È la solita, puntuale sfida al buonsenso con cui gli uomini e le donne della pubblica sicurezza tentano di mettere un argine all’invasione incontrollata delle nostre coste. Ma a sinistra e dalle parti delle Ong fingono di non capirlo. Ormai è evidente che ci sia un filo rosso a collegare le realtà che si oppongono alle politiche migratorie del governo, con accuse, delegittimazione delle istituzioni italiane e una narrazione al contrario: chi lavora per la sicurezza nazionale viene attaccato come complice di chissà quali nefandezze. Anzi, è ormai di assoluta evidenza come alcune Ong abbiano abbondantemente oltrepassato il loro ruolo dichiarato di soccorso. Esse ormai si spingono sul terreno che è proprio del conflitto politico fino al punto di accusare l’Italia – o peggio, alcuni suoi rappresentanti istituzionali – di complicità con i trafficanti libici. Che è quanto di peggio si possa sostenere. È un’accusa grave, che è davvero senza fondamento. Anche perché non ci sono le basi per formularla senza far capire concretamente chi debba trarre giovamento da comportamenti illeciti.
Siamo al punto che nel mirino resta proprio Piantedosi ed è vergognoso. Le Ong accusano il Viminale di non gestire adeguatamente l’emergenza migratoria. Sono i professorini che pretendono di avere il compito di decidere che cosa significhi “fare il ministro dell’interno”. Spetta forse a chi opera fuori dai confini dello Stato, senza alcun mandato democratico, o a chi risponde davanti ai cittadini italiani? Tutto questo con la complicità del Partito Democratico, la cui passerella presso la nave Mediterranea è stata in verità piuttosto triste, con una delegazione senza big del Nazareno, che comunque fa sempre stoltamente quadrato quando c’è da contrapporsi a una linea di rigore sull’immigrazione. E certo non sorprende neppure l’allineamento della Cgil, sempre pronta a fornire sostegno logistico o ideologico a iniziative che sembrano più ideologiche che umanitarie. Il sostegno parolaio di Leoluca Orlando, ormai da tempo schierato su posizioni ultrà in tema di immigrazione, completa il quadro.
Ed è in questo modo che il buonsenso viene spacciato invece per “disumanità”. Se chiedi regole e controlli ti bollano come nemico dei diritti. Tutto questo serve ad evitare che si dica con chiarezza che gestire l’immigrazione non significa razzismo. È responsabilità. E delegittimare chi ci prova, giorno dopo giorno, non aiuta nessuno a partire proprio dai migranti. Eppure costoro – Ong e sinistre – insistono. E la nave della Ong al centro delle polemiche, Mediterranea, ha depositato ieri- a firma del comandante Paval Botica e del capomissione Beppe Caccia - un esposto penale alla Procura della Repubblica di Trapani, dove l’imbarcazione si trova in stato di fermo amministrativo. L’esposto ricostruisce i fatti verificatisi durante la missione di ricerca e soccorso appena conclusa, a partire dalle “intimidazioni ricevute dalle milizie libiche” che avevano circondato la nave in acque internazionali nella mattina di lunedì 18 agosto, fino all’evento della notte tra mercoledì e giovedì 21, quando un gommone militare, “sicuramente appartenente alle stesse milizie”, aveva scaraventato con violenza in acqua le dieci persone poi soccorse in mare da Mediterranea.
ESPOSTO
All’Autorità Giudiziaria si chiede di indagare su questi episodi e di individuare appunto “le responsabilità dei gravi reati commessi da miliziani e trafficanti libici e le complicità italiane nella collaborazione e nel sostegno a questi gruppi criminali”. Si supera ogni limite per davvero. E la ciliegina sulla torta è sempre il solito Almasri, che ormai viene usato per attaccare ogni giorno il governo. Non hanno più argomenti. Perché per questa opposizione l’esecutivo “è disumano”. E se lo dice persino Leoluca Orlando...