Un'ombra si allunga sulla gestione dell'accoglienza dei migranti fra la Toscana e la Campania. Questa mattina, mercoledì 1° ottobre, i carabinieri del Nucleo antisofisticazione e sanità di Firenze col coordinamento del comando provinciale dell'Arma di Salerno hanno eseguito fra Mercato San Severino, Roccapiemonte e Castel San Giorgio un'ordinanza di misure cautelari personali e reali autorizzate dal Gip nei confronti di cinque persone e una società cooperativa, la Desy. Nei confronti dei cinque indagati, accusati a vario titolo di concussione ai danni dei richiedenti asilo, frode nelle pubbliche forniture, plurimi episodi di truffa aggravata ai danni dello Stato e numerose false attestazioni in atti pubblici, sono scattati in un caso la custodia cautelare in carcere e verso gli altri quattro soggetti la misura degli arresti domiciliari.
Sequestrati in via preventiva oltre 720 mila euro di beni riconducibili alla società, a copertura del presunto profitto di reato. Le indagini, pur arrivando in provincia di Salerno, hanno preso le mosse a dicembre 2023 quando, a seguito di un'ispezione al centro di accoglienza straordinario ex Hotel Giardini a San Marcello Piteglio, nel pistoiese, furono rilevate gravissime carenze dal punto di vista igienico-sanitario. La prefettura di Pistoia intervenne subito, disponendo lo sgombero della struttura e la ricollocazione altrove degli ospiti. Le successive indagini avviate dalla locale procura hanno poi messo sotto i riflettori la condizione di sostanziale 'abbandono' dei richiedenti asilo: all'ex hotel Giardini sarebbero mancati riscaldamento e acqua calda, ma in alcune circostanze pure l'energia elettrica.
Sentiti dagli inquirenti, la quasi totalità dei migranti avrebbe lamentato, in particolare, la parziale erogazione del 'pocket money', ovvero la somma prevista di 2,5 euro al giorno, e di avere ricevuto solo sporadiche lezioni d'italiano, a fronte invece del complesso di servizi di assistenza sociale, sanitaria e di mediazione culturale, ma anche di informativa legale sulla normativa sull'immigrazione per sbrigare le pratiche burocratiche necessarie per la permanenza in Italia che la ditta aggiudicatrice era tenuta a garantire. Non solo. A fronte delle gravi carenze di gestione dei Cas, i richiedenti asilo hanno più volte protestato con l'unico risultato di essere lasciati senza cibo dai gestori. Stesso trattamento se non firmavano i "fogli presenza" che attestavano la regolare fornitura del servizio: minacce di essere espulsi e di lasciati senza cibo.
Evenienza puntualmente verificatasi, visto che alcuni hanno riferito di essere rimasti fino a dieci giorni senza mangiare. Un quadro che ha spinto i Nas di Firenze ad allargare le investigazioni. Approfondimenti che hanno ben presto portato alla contestazione di presunte irregolarità in altri Cas gestiti sempre da Desy, che nel periodo fra il 2022 e il 2024 ha ottenuto 1,2 milioni di rimborsi, nelle province di Salerno, Avellino, Pavia e Arezzo. Sempre secondo quanto ipotizzato dai carabinieri, i rappresentanti di Desy avrebbero utilizzato espedienti "maliziosi e ingannevoli" per ottenere i rimborsi con false attestazioni tese a dimostrare la presenza di quelle figure fondamentali previste dal contratto di gestione delle strutture, ma anche la presentazione di fatture identiche a diverse prefetture "per ottenere così un doppio rimborso".