L'aula della Camera ha approvato, col parere favorevole del governo, la mozione della maggioranza che impegna il governo "a proseguire la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di immigrati e di prevenzione delle partenze dalla Libia, fondata sul Memorandum del 2017, procedendo al rinnovo". I sì sono stati 153, 112 i no, 9 gli astenuti. Bocciata invece la mozione di Pd, Avs, Iv, Più Europa che impegnava il governo "a non procedere a nuovi rinnovi automatici del Memorandum d'intesa del 2017 con la Libia" così come quella M5s che chiedeva all'esecutivo di "intraprendere le iniziative individuate e concordate nel Memorandum onde adottare ogni misura utile all'interruzione del rinnovo automatico del Memorandum in titolo, atteso per il 2 febbraio 2026, al fine di procedere alla sua revisione". Tre le premesse del testo approvato si legge: "Tutta l'azione del Governo s'inserisce nell'ambito delle previsioni di questo Memorandum e si svolge alla luce del primario obiettivo, dallo stesso previsto, di assicurare il pieno rispetto delle norme di diritto internazionale, con particolare riferimento alla promozione e alla tutela dei diritti umani". Nel dettaglio, invece, le due mozioni delle opposizioni puntavano, come indicato nel titolo dei documenti depositati, ad "evitare il rinnovo del Memorandum d'intesa del 2017 con la Libia, nonché a rivedere integralmente gli accordi con tale Paese per il controllo delle migrazioni, anche al fine di assicurare la tutela dei diritti". Di seguito, vi proponiamo l'articolo di Pietro Senaldi su Libero di mercoledì 15 ottobre, in cui vi davamo conto delle manovre del Pd per fermare gli accordi con la Libia.
Se il Pd ne fa una giusta, se ne pente e vuole disfarla. La cosa giusta naturalmente non l’ha fatta il Pd di Elly Schlein. Lei è quella che vuole smontarla, dando ascolto ad Alleanza Verdi e Sinistra, con la quale in realtà la segretaria si trova più in sintonia che con i tre quarti del suo partito. Stiamo parlando del Memorandum Minniti, l’intesa con la Libia che arginò gli arrivi di extracomunitari sui barconi e ridusse di due terzi le morti in mare. Il governo naturalmente intende prorogare l’intesa ma c’è una mozione in Parlamento, che sarà in votazione oggi, che vuole sospenderla. Prima firma: Elly Schlein. Una cosa talmente assurda che perfino il capo dei grillini, Giuseppe Conte, tira il freno, chiedendo di apportare al massimo
IL MEMORANDUM MINNITI
Per rendersi conto di quanto sia folle mettere in discussione il memorandum, bisogna risalire al 2017, quando al ministero dell’Interno c’era Marco Minniti. Si viaggiava al ritmo di oltre 180mila arrivi l’anno dalle coste del Nord Africa. In Italia la tensione era massima a causa dell’immigrazione illegale fuori controllo. I sindaci bloccavano gli autubus carichi di clandestini che il governo del Pd voleva scaricare nelle loro città, in base al principio, un po’ per tutti. Gli italiani erano preoccupati ed esasperati, i clandestini fuori controllo avevano aumentato il tasso dicriminalità e quello di razzismo.
L’Europa ci guardava di traverso: eravamo il ventre molle dell’Unione, attraverso il quale ondate di disperati passavano per raggiungere Francia, Germania, il Nord. Due anni prima, il premier Matteo Renzi era dovuto rientrare precipitosamente in Italia dagli Stati Uniti a causa di una tragedia in mare dove morirono ottocento immigrati. Fu una figuraccia planetaria. La situazione si stava avvitando. Si prevedeva per il 2018 l’arrivo di 250mila irregolari e Bruxelles stava prendendo seriamente in considerazione l’idea di sospendere il Trattato di Schengen, quello che stabilisce la libera circolazione dei cittadini comunitari tra gli Stati. Ebbene, al culmine della crisi, l’allora responsabile del Viminale, il solo membro del governo di Gentiloni che poteva risolverla, fu mandato in Libia per trovare una soluzione.
E' nato così il Memorandum Minniti, un accordo con la Libia per contenere i flussi di disperati, fermando le partenze anziché continuare a non gestire gli arrivi, che era stata la tattica dei precedenti governi di Letta e di Renzi, santa Laura Boldrini officiante. Con il trattato, l’Italia si impegnava a tutelare i confini libici a sud, dove arrivavano i clandestini e a nord, da dove salpavano. Si impegnava a istruire la Guardia Costiera Libica e a sostenere, anche economicamente, lo sforzo di Tripoli. Minniti trattò anche con le tribù del deserto, che stavano destabilizzando il Paese anche con la leva dei clandestini.
Questo trattato salvifico fece crollare gli ingressi di clandestini in pochi mesi, fino ai 23mila del 2018 e ridusse di due terzi le morti in mare, da 4.500 a 1.300 l’anno. È stato il solo momento degno di nota del governo di Paolo Gentiloni, che siglò l’accordo nel corso di una cerimonia solenne a Palazzo Chigi. L’Unione Europea, che prima voleva metterci all’indice, lo ratificò nel tempo record di una settimana. Mai visto prima e mai più rivisto. $ un’intesa che viene prorogata ogni tre anni. La prorogò Giuseppe Conte, quando era a capo del governo giallorosso. E pure Mario Draghi, che mandò in Parlamento la ministra Luciana Lamorgese, molto cara ai dem e al Quirinale, a spiegare all’estrema sinistra, che chiedeva la revoca del memorandum, che proprio non era il caso.
Aver risolto il problema dell’immigrazione clandestina costò a Minniti, che era il candidato più autorevole e attrezzato, la segreteria del Pd. Il ministro ha dovuto cambiare lavoro e dire addio al partito nel quale era entrato quando i comunisti avevano il coraggio di definirsi tali, ed erano anche più intelligenti. Oggi i comunisti si definiscono di sinistra, democratici, dem, ma sono più trinariciuti e ottusi di Peppone, oltre che meno simpatici. Schlein, che sta portando il partito su posizioni sempre più estremiste, vuole stracciare il memorandum approfittando dello sbarco di due clandestini arrivati con segni di arma da fuoco in corpo e sull’onda delle polemiche per l’immunità votata per il Guardasigilli Carlo Nordio e il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano in merito alle accuse sul rimpatrio di Almastri. «E' illegale e inumano» si affannano a sostenere dai banchi dell’opposizione. Chissà se sanno che così vanno contro a Gentiloni, che è tra le eminenze grigie del Pd distante da Elly, o se lo fanno proprio per questo.
OPERAZIONE MARE NOSTRUM
La mozione di Schlein, Fratoianni e compagni non passerà. Oltre a essere un boomerang per il Paese, è divisiva anche all’interno del campo largo, visto che M5S è contraria e Italia Viva su tema sta con il governo. Val la pena ricordare che, al posto del memorandum Minniti, il Pd sogna di far rivivere la missione Mare Nostrum, una delle iniziative più sciagurate mai tentate in tema di controllo dell’immigrazione. Attiva dall’ottobre 2013 all’ottobre 2014, ci costò in un anno più di centodieci milioni di euro ma non fermò gli sbarchi, che furono 170mila, né le morti in mare, stimate in 1300. Per chiarire, vigente l’intesa di Minniti con la Libia, che è benedetta e controfirmata dalle Nazioni Unite l’anno scorso abbiamo avuto 66mila arrivi e 1700 morti. Essa inoltre, come ricorda la mozione presentata dalla maggioranza in Parlamento, «fornisce la cornice per una collaborazione improntata al rispetto dei diritti umani, è una delle più strutturate formule di cooperazione dell’Unione Europea e vede un coinvolgimento sempre maggiore dell’Onu». Tutti temi che dovrebbero essere cari a Schlein, che evidentemente però non li ha chiari.