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"Un ragazzetto monarchico teneva telefonino a Berlusconi: Tajani"

sabato 25 gennaio 2020
1' di lettura

Roma, 21 gen. (askanews) - Antonio Tajani, ex presidente del Parlamento europeo e delfino di Silvio Berlusconi, era un "ragazzetto monarchico che teneva il telefonino a Berlusconi" nel lontano 1994. A raccontarlo è Mario Pacelli, scrittore ed ex funzionario della Camera, intervistato sul suo nuovo libro "Ad Hammamet, ascesa e caduta di Craxi", uscito il 16 gennaio 2020 per Graphofeel, in occasione dei 20 anni dalla morte del leader socialista. "Nel 1994 non c'era nessuno di Forza Italia che avesse la minima idea di che cosa fosse il Parlamento e allora fummo invitati io e altri due colleghi della Camera alla grande convention degli eletti a Fiuggi per spiegare ai nuovi eletti che cos'era il parlamento e come funzionava - ha raccontato l'86enne scrittore, rivelando - a quel tempo c'era chi era un giovanottello proveniente dalle file monarchiche che teneva il telefonino a Berlusconi. Tajani era un ragazzetto monarchico che la sera andava con gli altri monarchici amici suoi a fare notte al chiosco di piazza delle Muse". Pacelli, che è stato anche docente di diritto pubblico, è autore di numerosi saggi sulla storia parlamentare tra cui "Le radici di Montecitorio" (1984), "Bella gente" (1992), "Interno Montecitorio" (2000), "Cattivi esempi" (2001). Per Graphofeel ha pubblicato "Cantiere Italia" (2011), "Dossier Andreotti" (2013), Gianni Caproni (2014) e "Non mi piacciono i film di Anna Magnani" (2019).

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"Cambia finalmente la prospettiva - prosegue Brambilla -: il titolo IX del codice penale non tutelerà più il sentimento dell'uomo per gli animali ma direttamente gli animali, vittime dei reati, esseri senzienti. Nei casi più gravi chi uccide un animale rischierà fino a quattro anni di carcere e 60 mila euro di multa, se il fatto è commesso adoperando sevizie o prolungando volutamente le sofferenze. In caso di maltrattamento si prevede la reclusione fino a due anni e 30mila euro di multa. Tutte le pene potranno essere ulteriormente aumentate di un terzo, in presenza di una tra queste tre aggravanti: se i fatti sono commessi alla presenza di minori, nei confronti di più animali, se sono diffusi attraverso strumenti informatici e telematici.

Basterà partecipare 'a qualsiasi titolo' a combattimenti e competizioni tra animali per rischiare fino a 2 anni di reclusione e una multa di 30 mila euro, mentre per gli organizzatori si passa a una previsione di carcere fino a quattro anni e 160mila euro di sanzione. A chi abitualmente organizza combattimenti tra animali ed esercita il traffico di cuccioli potranno essere applicate le misure di prevenzione previste nel codice antimafia, come la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Di particolare rilievo l'introduzione a livello nazionale del divieto di tenere il cane alla catena e la norma procedurale che consentirà alle associazioni di ottenere l'affido definitivo, dietro cauzione, degli animali sequestrati. Norme che proiettano l'Italia all'avanguardia nella difesa degli animali e quindi nella civiltà che si misura anche dalla volontà e dalla capacità di tutelare chi non ha voce".

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