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A Palermo la terza edizione di Expo Cook

giovedì 28 febbraio 2019
2' di lettura

Palermo, 28 feb. (askanews) - Eccellenze gastronomiche, degustazioni, masterclass, talk e cooking show, coordinati da Giuseppe Giuliano. Tutto questo è la terza edizione di ExpoCook 2019 alla Fiera del Mediterraneo a Palermo. Un evento interamente dedicato al "food & beverage" e al mondo della ristorazione e a tutto ciò che le gravita intorno, in cui il gusto sarà il protagonista indiscusso. Un settore sempre più trainante per l'economia isolana, come ha sottolineato anche il governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci. "Credo che in Italia siamo tra i primi assieme a Toscana ed Emilia Romagna- ha detto - ed è importante incoraggiare le aziende. Come governo regionale abbiamo messo a disposizione 35 milioni di euro per la internazionalizzazione delle imprese, per l'efficientamento, per la formazione, abbiamo pubblicato dei bandi lo scorso anno e pensiamo di riproporli anche quest'anno perché si tratta di opportunità assai utili per aziende che devono essere accompagnate in un momento di crescita e soprattutto nella conquista di nuovi spazi di mercato". Oltre 150 espositori, in 20 mila mq: dai surgelati e fresco ai prodotti agroalimentari per celiaci e vegani, dal designer e progettazione all'arredo di interni ed esterni, dalle attrezzature e utensileria all'abbigliamento da lavoro, dai sistemi informatici di cassa alla gestione lavoro, dalla consulenza ai finanziamenti. In primo piano le eccellenze gastronomiche siciliane ma non solo; presenti anche alcune delle aziende vitivinicole e dei birrifici artigianali più importanti del Paese. Tra le star dei fornelli presenti all'ExpoCook il Masterchef Bruno Barbieri, sette stelle Michelin in carriera, Igles Corelli, cinque stelle Michelin, romagnolo volto noto del Gambero Rosso Channel, Massimo Mantarro, chef stellato dell'Hotel San Domenico di Taormina, il maestro pasticciere Luigi Biasetto, campione mondiale di pasticceria, Santi Palazzolo, vincitore del prestigioso trofeo Pavoni come "Pasticciere dell'anno" e tra le novità una gara tra pizzaioli, organizzata dalla Sicilian School of Pizza.

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La giornalista Barabash, 3000 km in segreto per sfuggire a Putin

Roma, 8 mag. (askanews) - Meglio morire che andare in prigione in Russia: è con questo spirito che Ekaterina Barabash, giornalista e critica cinematografica russa accusata di aver denunciato gli orrori della guerra in Ucraina, e che per questo rischiava 10 anni di carcere, è scappata: aiutata da Reporters sans Frontières (Rsf) e da esiliati russi, ha raggiunto Parigi in segreto, quasi 3000 km in due settimane. Ha lasciato dietro di sé in Russia una madre di 96 anni, "sapendo - dice - che non la rivedrò più, ma meglio non rivederla dall'esilio che dalla prigione".

Dopo l'arresto a fine febbraio per "diffusione di false informazioni", era stata messa agli arresti domiciliari in attesa del processo, ma il 13 aprile era scomparsa. I giudici di Putin l'accusavano per dei post sui social media in cui aveva criticato apertamente e duramente l'invasione russa dell'Ucraina e i crimini di guerra commessi. Nata a Kharkiv, in Ucraina, ai tempi dell'Unione Sovietica, Barabash, che ha 64 anni, ha anche un figlio e parte della sua famiglia che risiedono in Ucraina.

"Avevo due, solo due scelte. Dovevo scegliere, in pratica, se lasciare tutto e fuggire, per la libertà, sì, o se lasciare tutto per la prigione. No, così no, ho deciso di scappare, sì. A essere sinceri, ho cominciato a cercare del veleno, sì, del veleno. Se mi avessero presa, no, non andrò mai in una prigione in Russia. Il carcere in Russia, non è vita, è...sapete...è peggio della morte".

Barabash ha parlato della sua fuga durante un incontro con la stampa a Parigi, alla sede di Reporters sans Frontières, l'ong che si batte per la libertà dei giornalisti, e ora presenterà una richiesta di asilo politico in Francia. I dettagli del suo piano di fuga e del suo itinerario non sono stati rivelati. Thibaut Bruttin, direttore generale di Rsf, ha affermato che i piani sono stati cambiati più volte e che l'organizzazione ha più volte temuto che fosse arrestata e perfino uccisa durante l'operazione.

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Xi Jinping è a Mosca: con la Russia legami sempre più stretti

Milano, 8 mag. (askanews) - Xi Jinping è arrivato al Cremlino per un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente cinese ha dichiarato che Pechino starà al fianco di Mosca di fronte a "prepotenze egemoniche" durante l'incontro con la controparte russa Vladimir Putin al Cremlino. "Difenderemo con fermezza gli interessi della Cina, della Russia e del vasto numero di paesi in via di sviluppo. Lavoreremo insieme per promuovere un mondo multipolare equo e ordinato e una globalizzazione economica inclusiva e vantaggiosa", ha detto Xi.

TMNews

Apre la Biennale Architettura: tutte le intelligenze per cambiare

Venezia, 8 mag. (askanews) - La Biennale Architettura è, ormai da anni, un laboratorio che guarda al presente globale e alle sue sfide, nell'ottica di trovare risposte alle tematiche più stringenti. Anche la 19esima edizione, curata da Carlo Ratti, sceglie di guardare alle problematiche del nostro tempo, in particolare a quelle della difesa dell'ambiente e dell'adattamento ai tempi del cambiamento climatico. E lo fa con un numero molto alto di progetti, da ogni parte del mondo, che guardano ad alcune parole chiave: collaborazione, cambiamento, intelligenza collettiva, tecnologia, sempre nell'ottica di una azione comune. Progetti che, pur nelle diversità, sembrano muoversi in simbiosi tra loro.

"Effettivamente - ha detto Ratti ad askanews - un modo per vedere questa biennale potrebbe essere proprio quello di un superorganismo, un superorganismo in cui tutti questi progetti, tantissimi progetti, è la Biennale con più progetti da sempre, in qualche modo si parlano e diventano un messaggio unico chiaro potente: il messaggio è che l'architettura deve cambiare, deve adattarsi a un mondo che cambia".

La Biennale, intitolata "Intelligens - Naturale, artificiale, collettiva", si muove da una semplice considerazione: per affrontare un mondo in fiamme, l'architettura deve riuscire a sfruttare tutta l'intelligenza che ci circonda. "È una Biennale che ci accompagna nella realtà - ci ha spiegato il presidente Pietrangelo Buttafuoco - attraverso il tenace lavoro del pensiero: il concetto, la costruzione di un progetto che incontra una necessità, quella di considerare come l'umanità, avendo a disposizione la terra, deve rinnovarla nell'essere mondo".

L'aspetto del rinnovamento, della creazione di una vera economia circolare, si fonda sull'attenzione e la ricerca su progetti portati avanti nel mondo: e così negli spazi dell'Arsenale si incontrano nuove visioni urbane ispirate da una città come Lagos in Nigeria, oppure progetti realizzati interamente con materiali recuperati da disastri naturali e perfino dalle guerre, o ancora studi su Venezia, con la sua natura di città vivente e fragile, ma anche sul ripopolamento dei grilli. Fino ad arrivare a un progetto che utilizza e depura l'acqua della Laguna per produrre un caffè che viene servito ai visitatori. Il tutto con la volontà di guardare in avanti, nonostante le difficoltà.

"Il futuro - ha aggiunto Buttafuoco - è l'unico presente possibile. Quello che noi viviamo è già passato. E la stessa idea di contemporaneità, è statica rispetto alla possibilità di costruire cose che sembrano essere utopie. ma sono delle bellissime realtà".

"Quando guardiamo al futuro - ha aggiunto Ratti - non possiamo che essere ottimisti, ottimisti perché, come dice il grande filosofo Karl Popper, l'ottimismo è un dovere, è un dovere perché il futuro è aperto, dipende da noi, da cosa costruiremo. L'architettura è proprio questo: pensare al domani".

Un pensiero che questa Biennale tenta di mostrare nella sua bellezza formale, e molte delle installazioni presentate sembrano a tutti gli effetti opere d'arte, ma che poi diventa di reale impatto a livello dei fatti, delle azioni, della forza delle proposte anche radicali che vengono presentate, spesso alla ricerca di forme di ibridazione e cooperazione che ci permettano di guardare anche oltre l'attuale sistema economico globale.

TMNews

I David delle donne, trionfano Delpero, Vicario e Tecla Insolia

Roma, 8 mag. (askanews) - Le donne si prendono la scena: alla 70esima edizione dei premi David di Donatello, infatti, trionfano le protagoniste del nostro cinema. Maura Delpero, regista di "Vermiglio", vince il premio per il miglior film e la migliore regia. La sua opera, che era già stata candidata all'Oscar per l'Italia, ottiene anche i premi per la migliore sceneggiatura originale, il miglior produttore, il casting, l'autore della fotografia e il suono.

Un'altra protagonista della serata è stata a sorpresa l'esordiente Margherita Vicario, con il suo "Gloria!". L'attrice e cantautrice ha infatti vinto i David per il miglior esordio alla regia, miglior compositore e miglior canzone originale. Maggiori riconoscimenti poteva avere "L'arte della gioia", la serie Sky diretta da Valeria Golino uscita anche in sala. L'opera di Valeria Golino trionfa comunque grazie alle sue attrici: la miglior protagonista, Tecla Insolia e la migliore non protagonista, Valeria Bruni Tedeschi, oltre alla miglior sceneggiatura non originale, scritta da Golino con Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo.

Un'altra donna, Francesca Manocchi, ha ottenuto il David per il miglior documentario, "Lirica Ucraina". La giornalista ha ricordato la sofferenza delle vittime delle guerre oggi in corso, e durante la serata sono stati molti i premiati che hanno speso parole in sostegno della popolazione di Gaza. Lo ha fatto naturalmente anche Elio Germano, che ha vinto il suo quinto David di Donatello come miglior attore protagonista per "Berlinguer - La grande ambizione" di Andrea Segre, film che ha ottenuto anche il riconoscimento per il miglior montaggio, a Jacopo Quadri. Migliore attore non protagonista quest'anno è Francesco Di Leva per "Familia" di Francesco Costabile.

Quattro premi ha ottenuto il film di Gianluca Jodice "Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta", coproduzione italo-francese: statuette per la migliore scenografia, i costumi, il trucco, l'acconciatura. "Napoli - New York" di Gabriele Salvatores ha vinto il David Giovani e il premio per i migliori effetti visivi, e "Diamanti" di Ferzan Ozpetek il David dello spettatore.

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