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Salone mobile, Buratti e Gamfratesi: meno arredi ma di qualità

sabato 21 aprile 2018
2' di lettura

Milano (askanews) - Qualità e durata nel tempo accomunano le creazioni del marchio di arredamento Porro, nato in Brianza nel 1925: lo showroom di via Durini a Milano, in occasione del Salone del mobile, ospita due tra i nomi di design che hanno firmato la collezione 2018. Gabriele Buratti con il fratello Oscar ha realizzato il tavolo Jeff: un piano slanciato in massello di castagno è sospeso su due basi centrali metalliche dalla particolare geometria frutto di una ricerca scultorea: una semicurva aperta, sottile come un foglio di carta, in acciaio lucido pigmentato blu. "E' un tavolo molto essenziale e minimale ma che ha una carica di magia, sofisticazione, ricercatezza ed eleganza molto importante che cerchiamo di mettere in tutti i nostri progetti. Quando pensiamo ad un progetto pensiamo al contemporeaneo, alla contemporaneità, come noi progettisti possiamo incidere nel nostro tempo, nella vita delle persone". Il compito del designer è guardare al futuro, anticipando le richieste del mercato. "Credo nell'eleganza delle cose, nel valore del progetto come cura, raffinatezza nei dettagli, cura di un prodotto anche nel tempo. Non credo a tendenze veloci è effimere ma nella stabilità dei prodotti. Usiamo ancora mobili Le Corbusier o Giò Ponti, penso sempre ad un progetto che possa durare almeno 10 anni". La coppia italo-danese GamFratesi, coppia nel lavoro e nella vita, unisce due tradizioni di design con il divano Kite Sofa, evoluzione dell'omonima poltrona, e i tavolini Palladio, realizzati in 3 modelli, circolare, rettangolare o trapezoidale, che uniscono motivi contemporanei ad un'ispirazione classica, come dice il nome. "Sono tre forme che combinate creano tavoli più grandi o restano indipendenti. La pietra, tipica delle pavimentazioni del Palladio, si unisce a questa struttura in ottone con decoro a colonna in contrasto con la lucentezza del piano di appoggio". "Quest'anno abbiamo lavorato sul Kite sofa perchè le poltrone dove siamo seduti sono state molto apprezzate, era naturale continuare a lavorare in questo universo. Abbiamo lavorato con le proporzioni, più generose, è più profondo per via dei doppi cuscini ma anche morbido e delicato". Nel modo di abitare c'è un ritorno alla qualità. "Meno oggetti ma di grande valore, pezzi che si desiderano ma non come icone, ma per viverli, e cerchiamo di rifletterlo tramite i nostri mobili".

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Xi Jinping è a Mosca: con la Russia legami sempre più stretti

Milano, 8 mag. (askanews) - Xi Jinping è arrivato al Cremlino per un colloquio con il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente cinese ha dichiarato che Pechino starà al fianco di Mosca di fronte a "prepotenze egemoniche" durante l'incontro con la controparte russa Vladimir Putin al Cremlino. "Difenderemo con fermezza gli interessi della Cina, della Russia e del vasto numero di paesi in via di sviluppo. Lavoreremo insieme per promuovere un mondo multipolare equo e ordinato e una globalizzazione economica inclusiva e vantaggiosa", ha detto Xi.

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Apre la Biennale Architettura: tutte le intelligenze per cambiare

Venezia, 8 mag. (askanews) - La Biennale Architettura è, ormai da anni, un laboratorio che guarda al presente globale e alle sue sfide, nell'ottica di trovare risposte alle tematiche più stringenti. Anche la 19esima edizione, curata da Carlo Ratti, sceglie di guardare alle problematiche del nostro tempo, in particolare a quelle della difesa dell'ambiente e dell'adattamento ai tempi del cambiamento climatico. E lo fa con un numero molto alto di progetti, da ogni parte del mondo, che guardano ad alcune parole chiave: collaborazione, cambiamento, intelligenza collettiva, tecnologia, sempre nell'ottica di una azione comune. Progetti che, pur nelle diversità, sembrano muoversi in simbiosi tra loro.

"Effettivamente - ha detto Ratti ad askanews - un modo per vedere questa biennale potrebbe essere proprio quello di un superorganismo, un superorganismo in cui tutti questi progetti, tantissimi progetti, è la Biennale con più progetti da sempre, in qualche modo si parlano e diventano un messaggio unico chiaro potente: il messaggio è che l'architettura deve cambiare, deve adattarsi a un mondo che cambia".

La Biennale, intitolata "Intelligens - Naturale, artificiale, collettiva", si muove da una semplice considerazione: per affrontare un mondo in fiamme, l'architettura deve riuscire a sfruttare tutta l'intelligenza che ci circonda. "È una Biennale che ci accompagna nella realtà - ci ha spiegato il presidente Pietrangelo Buttafuoco - attraverso il tenace lavoro del pensiero: il concetto, la costruzione di un progetto che incontra una necessità, quella di considerare come l'umanità, avendo a disposizione la terra, deve rinnovarla nell'essere mondo".

L'aspetto del rinnovamento, della creazione di una vera economia circolare, si fonda sull'attenzione e la ricerca su progetti portati avanti nel mondo: e così negli spazi dell'Arsenale si incontrano nuove visioni urbane ispirate da una città come Lagos in Nigeria, oppure progetti realizzati interamente con materiali recuperati da disastri naturali e perfino dalle guerre, o ancora studi su Venezia, con la sua natura di città vivente e fragile, ma anche sul ripopolamento dei grilli. Fino ad arrivare a un progetto che utilizza e depura l'acqua della Laguna per produrre un caffè che viene servito ai visitatori. Il tutto con la volontà di guardare in avanti, nonostante le difficoltà.

"Il futuro - ha aggiunto Buttafuoco - è l'unico presente possibile. Quello che noi viviamo è già passato. E la stessa idea di contemporaneità, è statica rispetto alla possibilità di costruire cose che sembrano essere utopie. ma sono delle bellissime realtà".

"Quando guardiamo al futuro - ha aggiunto Ratti - non possiamo che essere ottimisti, ottimisti perché, come dice il grande filosofo Karl Popper, l'ottimismo è un dovere, è un dovere perché il futuro è aperto, dipende da noi, da cosa costruiremo. L'architettura è proprio questo: pensare al domani".

Un pensiero che questa Biennale tenta di mostrare nella sua bellezza formale, e molte delle installazioni presentate sembrano a tutti gli effetti opere d'arte, ma che poi diventa di reale impatto a livello dei fatti, delle azioni, della forza delle proposte anche radicali che vengono presentate, spesso alla ricerca di forme di ibridazione e cooperazione che ci permettano di guardare anche oltre l'attuale sistema economico globale.

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I David delle donne, trionfano Delpero, Vicario e Tecla Insolia

Roma, 8 mag. (askanews) - Le donne si prendono la scena: alla 70esima edizione dei premi David di Donatello, infatti, trionfano le protagoniste del nostro cinema. Maura Delpero, regista di "Vermiglio", vince il premio per il miglior film e la migliore regia. La sua opera, che era già stata candidata all'Oscar per l'Italia, ottiene anche i premi per la migliore sceneggiatura originale, il miglior produttore, il casting, l'autore della fotografia e il suono.

Un'altra protagonista della serata è stata a sorpresa l'esordiente Margherita Vicario, con il suo "Gloria!". L'attrice e cantautrice ha infatti vinto i David per il miglior esordio alla regia, miglior compositore e miglior canzone originale. Maggiori riconoscimenti poteva avere "L'arte della gioia", la serie Sky diretta da Valeria Golino uscita anche in sala. L'opera di Valeria Golino trionfa comunque grazie alle sue attrici: la miglior protagonista, Tecla Insolia e la migliore non protagonista, Valeria Bruni Tedeschi, oltre alla miglior sceneggiatura non originale, scritta da Golino con Francesca Marciano, Valia Santella, Luca Infascelli e Stefano Sardo.

Un'altra donna, Francesca Manocchi, ha ottenuto il David per il miglior documentario, "Lirica Ucraina". La giornalista ha ricordato la sofferenza delle vittime delle guerre oggi in corso, e durante la serata sono stati molti i premiati che hanno speso parole in sostegno della popolazione di Gaza. Lo ha fatto naturalmente anche Elio Germano, che ha vinto il suo quinto David di Donatello come miglior attore protagonista per "Berlinguer - La grande ambizione" di Andrea Segre, film che ha ottenuto anche il riconoscimento per il miglior montaggio, a Jacopo Quadri. Migliore attore non protagonista quest'anno è Francesco Di Leva per "Familia" di Francesco Costabile.

Quattro premi ha ottenuto il film di Gianluca Jodice "Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta", coproduzione italo-francese: statuette per la migliore scenografia, i costumi, il trucco, l'acconciatura. "Napoli - New York" di Gabriele Salvatores ha vinto il David Giovani e il premio per i migliori effetti visivi, e "Diamanti" di Ferzan Ozpetek il David dello spettatore.

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In migliaia a Brasilia con Bolsonaro che promette: continuare la lotta

Milano, 8 mag. (askanews) - Appena uscito dall'ospedale, l'ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha promesso ai suoi sostenitori di "continuare la lotta" durante una manifestazione a Brasilia per chiedere l'amnistia per i condannati per le rivolte dell'8 gennaio 2023 nella capitale. Diverse migliaia di dimostranti hanno preso parte a una "marcia pacifica" di circa tre chilometri fino alla periferia del Parlamento.

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