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A Roma i manoscritti originali del Leopardi, anche l'Infinito

sabato 14 aprile 2018
2' di lettura

Roma, (askanews) - I manoscritti originali di Giacomo Leopardi e in particolare la preziosa stampa dell'Infinito, arrivano a Roma, per gentile concessione del Comune di Visso, nelle Marche, in occasione dei 200 anni della celebre poesia "Infinito" del poeta di Recanati. L'iniziativa della mostra, nata dall'idea del poeta Davide Rondoni, è del Pio Sodalizio dei Piceni con l'obiettivo di offrire al pubblico un percorso espositivo, nei locali dei Musei di San Salvatore in Lauro, a Roma, con parte del patrimonio storico e artistico del Leopardi, conservato in luoghi marchigiani non più visitabili perché danneggiati dal terremoto del 2016. Massimo Ciambotti, presidente della Fondazione Claudi e del Centro Studi Marchigiani. "L'Infinito è la poesia per eccellenza. E celebrarla significa celebrare la poesia. Quando è venuta l'idea del progetto 'Infinito 200' abbiamo aderito con entusiasmo". Quadri legati alla vita di Leopardi, manoscritti e lettere, busti del poeta. Una mostra che resterà aperta fino al 9 giugno. Fabio Corvata, presidente el Centro nazionale di studi leopardiani. "Stiamo preparando la costituzione di un comitato nazionale per il 2019 che è l'anniversario dell'Infintio. Questa iniziativa ci porta all'appuntamento del prossimo anno, ma questo evento è dedicato anche al terremoto". L'iniziativa si inserisce nel progetto "Infinito2000" (promosso dal Centro di Poesia Contemporanea dell'Università di Bologna, in collaborazione con il Centro Studi Marchigiani CeSMa, la Fondazione Claudi, il Pio Sodalizio dei Piceni e l'Accademia Mondiale della poesia di Verona e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo e della Regione Lombardia), che fino al dicembre 2019 intende celebrare i 200 anni della scrittura della poesia.

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Autismo, Carispezia promuove Aut Aut per l'inclusione

Roma, 26 giu. (askanews) - Vita autonoma, inclusione sociale e inserimento lavorativo di giovani adulti con autismo: è questo l'obiettivo della Fondazione AUT AUT, che ha preso avvio nel 2017 per iniziativa di Fondazione Carispezia, come spiega il Direttore Vittorio Bracco: "AUT AUT è nata dagli stimoli e dal lavoro delle associazioni AGAPO odv e ANGSA, da anni impegnate a dare risposte concrete al numero crescente di persone con disturbo dello spettro autistico. Fondazione Carispezia ha così scelto di farsi promotrice di un percorso condiviso, avviando un modello che integra servizi, formazione e impresa sociale, e concretizzandolo nelle strutture Luna Blu e Sant'Anna Hostel, luoghi dove il progetto prende vita ogni giorno".

L'idea di fondo è semplice ma ambiziosa: partire dal settore turistico-ricettivo per costruire un percorso concreto di autonomia, dignità e partecipazione. Un modello che, attraverso il lavoro, punta a dare risposte ai bisogni delle persone con disturbi dello spettro autistico.

Ne è un esempio Pietro, che ha 38 anni: nella sua vita ha provato i mestieri più disparati, fino a quando non ha imparato a fare il cameriere, che oggi gli regala una grande soddisfazione: "Il compito è portare i piatti ai tavoli, ma ci posso mettere del mio, consigliare, descrivere i piatti in modo da far sì che i clienti si immaginino quello che andranno a mangiare. Ricordo il mio primo giorno: vari strafalcioni che ho piazzato qui e là. La più gettonata è di quando un cliente mi ha chiesto "com'è il vostro baccalà?" e io dissi "puzza". In effetti è vero, ma forse i clienti volevano una descrizione non letterale. Il cordino che porto al collo: il mio intento sarebbe riuscire a farlo arrivare anche in Italia. Mia madre dice che potrebbe essere una sorta di etichetta sociale. A Londra, Inghilterra, America, Copenaghen, è il simbolo dell'autismo, delle disabilità invisibili. Anche se non sono in sedia a rotelle e non ho un cane guida, è pur sempre una disabilità" L'autismo è una disabilità invisibile ma non un'etichetta: nelle strutture della Fondazione AUT AUT Luna Blu e Sant'Anna Hostel, che si trovano a La Spezia e sono pensate per accogliere ragazzi e ragazze da tutta Italia è, in realtà, un punto di partenza. Luoghi in cui i giovani vengono formati in attività come accoglienza, ristorazione, agricoltura sociale e cura degli spazi. Due realtà che rappresentano anche un'oasi dove i ragazzi e le ragazze affetti da autismo possono ritirarsi, crescere e imparare a divenire indipendenti.

"La mia prima giornata è stata bellissima, la più bella della mia vita. Mi piace quello che faccio e sono soddisfatto", racconta Luca, 33 anni, al Sant'Anna dal 2016. E gli fa eco Lorenzo, che a 24 anni ha già imparato una grande lezione: "Il primo giorno qui ero molto timido, da allora ho fatto come anche a canottaggio ho fatto enormi passi in avanti e non voglio più - come si suol dire - arretrare, ma sempre procedere di giorno in giorno". Il progetto "AUT AUT - Autonomia Autismo" si distingue anche per la sua struttura: è un esempio virtuoso di coprogettazione territoriale, costruito grazie alla sinergia tra enti pubblici, privati e terzo settore. Fondazione Carispezia ha avuto un ruolo centrale nella regia e nel coordinamento, ma il vero valore è nato dalla capacità di fare rete.

A spiegarlo con le parole giuste è Andrea, che ha 28 anni e da grande vuole fare l'attore di teatro: "Qui siamo al Sant'Anna e questo è un esempio, come tante strutture, per ragazzi che hanno lo spettro autistico e non solo. È un bene che ci siano queste strutture, che possiamo venire a lavorare e che i nostri sforzi vengano ripagati. In questo caso, lavoriamo nei campi, si può dipingere le staccionate di legno, c'è chi si impegna in cucina, e tante altre mansioni".

Oggi AUT AUT rappresenta un caso di studio replicabile a livello nazionale, non solo per l'impatto sociale generato, ma per la solidità del modello organizzativo. Perché l'autismo è una realtà da ascoltare e accogliere e la vita indipendente un obiettivo da costruire. Con metodo, responsabilità e visione.

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