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Nuovo elettrodotto nel Tirreno, Terna ripianta prateria acquatica

di TMNews martedì 6 agosto 2024
2' di lettura

Milano, 6 ago. (askanews) - In vista della realizzazione del nuovo elettrodotto sottomarino Tyrrhenian Link, che collegherà Campania, Sicilia e Sardegna, Terna sperimenta il trapianto di una prateria di Cymodocea nodosa, una pianta acquatiaca fondamentale per l'ecosistema marino, tanto da essere stata protetta dall'Unione Europea in quanto svolge un'azione di protezione della linea di costa dall'erosione e di difesa della biodiversità, oltre che di cattura dell'anidride carbonica.

La società proprietaria della rete di trasmissione dell'energia elettrica italiana ha avviato infatti le attività di riposizionamento di circa 20.000 talee di questa pianta in prossimità dell'approdo di Fiumetorto, nel Comune di Termini Imerese, in provincia di Palermo. Il progetto, che ha una valenza sperimentale non essendo mai stato effettuato per questa specie, su così larga scala e in mare aperto, è stato seguito in ogni sua tappa da personale di Terna, in collaborazione con il Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze del mare e con la società Econ.

Un lavoro condiviso con il Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica, attraverso il supporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Nel dettaglio, il trapianto prevede il reinserimento nell'ecosistema marino delle talee su circa 1.200 metri quadrati di fondale, ad una profondità di 10 metri. L'attività si svolgerà in due fasi: un trapianto iniziale di 800 metri quadrati e, dopo due anni, un secondo intervento per altri 400 metri quadrati che beneficerà delle esperienze maturate attraverso la replica delle tecniche sperimentali che avranno mostrato di dare i migliori risultati negli anni precedenti.

Una volta completate le attività di trapianto, inizierà un piano di monitoraggio ambientale quinquennale, che punta a rilevare la riuscita nel tempo delle operazioni, attraverso un opportuno protocollo di campionamento. Questo intervento, che nel suo complesso seguirà un percorso di studio e analisi di sei anni, porterà a risultati di grande valore scientifico e divulgativo, contribuendo ad arricchire la poca letteratura ad oggi presente sulla materia e gettando le basi per nuovi sviluppi dell'azione di restauro ambientale delle praterie marine.

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A Palazzo Ducale di Gevova Jacopo Benassi Libero!

Genova, 14 lug. (askanews) - Fino al 14 settembre 2025 Palazzo Ducale di Genova ospita negli spazi della Loggia degli Abati Jacopo Benassi Libero! a cura di Francesco Zanot: in un percorso che è una grande installazione, in cui la fotografia si ibrida con scultura, performance, musica e pittura, la mostra esplora il mondo dell'artista e la sua produzione dal 2018 al 2025. L'esposizione è un'interrogazione sul ruolo della fotografia oggi e sulla sua capacità di resistere e confrontarsi con il contemporaneo. Per Benassi la fotografia è infatti uno strumento di azione e trasformazione, non soltanto di rappresentazione, e l'immagine è un dispositivo aperto.

Completa la mostra un'opera inedita - che sarà poi trasferita al Museo di Arte Contemporanea Villa Croce per entrare a far parte della collezione permanente - prodotta da Jacopo Benassi nel corso della residenza presso Palazzo Ducale a cura dell'Associazione BLU - Breeding and Learning Unit di Genova. L'artista ha trasferito per cinque settimane a giugno 2025 il suo studio nelle sale del palazzo e ha aperto il suo atelier al pubblico attraverso un calendario di appuntamenti, attività performative, conversazioni, workshop, in cui produzione, partecipazione e sperimentazione si sono intrecciate. Il progetto è sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Il curatore Francesco Zanot ha parlato ad Askanews dell'esposizione/installazione: "Questa mostra raccoglie il lavoro di Jacopo Benassi nel corso degli ultimi sette anni. Dal 2018 Jacopo ha cominciato a lavorare non soltanto con la fotografia, ma anche sulla fotografia, vale a dire sul linguaggio fotografico: combinando inizialmente diverse immagini tra di loro, dittici, trittici, multipli, e arrivando poi a un linguaggio molto complesso in cui oltre alle fotografie si sommano nelle sue opere, che a questo punto prendono il nome di Stratificazioni, altri oggetti, dipinti che lui realizza, ma anche oggetti che trova, gessi, calchi e altro. In questo modo Jacopo realizza delle sculture fotografiche. La materia e la pelle della fotografia sono protagoniste del suo lavoro". Le fotografie di Benassi sono fatte per dare fastidio, sono interferenze, sono un dispositivo che consuma tutto ciò che rappresenta invece di conservarlo. La fotografia diventa terreno di scontro e di smantellamento delle convenzioni.

Jacopo Benassi, che ha realizzato per l'inaugurazione la scritta "Benassi lotta contro la condanna della fotografia" all'esterno della mostra, ha descritto il suo modo di lavorare e di approcciarsi a questa mostra: "Non ho fatto niente io, ho solo creato delle connessioni, dei contatti, dei punti d'incontro, dei cortocircuiti. Penso di essere bravo a fare queste cose e queste cose mi danno vita, perciò vivo attraverso queste cose. Ho prodotto tutto questo grazie a tutte queste cose che sono state generate. Non riesco a fare una mostra al tavolino. Ho voluto vivere filando e cambiando idee, spostando, litigando, discutendo... la mostra è nata così".

Francesco Zanot ha concluso: "Abbiamo deciso di allestire questa mostra mettendo la maggior parte delle opere a terra: in questo modo si dà il senso di una mostra che viene aperta al pubblico il giorno prima della sua definizione. Questo perché il lavoro di Jacopo è un lavoro che si concentra tra le altre cose anche sull'imperfezione, sul fallimento, sul non finito. Si tratta appunto di un concetto fondamentale del suo lavoro negli ultimi anni che abbiamo voluto trasferire anche nell'allestimento. Le opere a terra si appoggiano sulla stessa superficie dei visitatori: è dunque un modo per incontrare le opere senza essere sovrastati dai lavori. Quest'opera non richiede un atteggiamento di contemplazione, ma richiede un atteggiamento di immersione nel lavoro per cui letteralmente occupiamo la stessa posizione delle opere e partecipiamo alla loro definizione".

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"El Jockey", fantino senza identità nel mondo surreale di Luis Ortega

Roma, 14 lug. (askanews) - "El Jockey" è un film insolito, surreale, divertente, è firmato da Luis Ortega, uno dei più originali registi contemporanei, e dopo essere passato in concorso alla Mostra di Venezia arriva nei cinema italiani il 17 luglio. Racconta la storia di un fantino leggendario ma con indole autodistruttiva che, il giorno della gara che dovrebbe liberarlo dai debiti con un boss mafioso, ha un grave incidente. Entra in un ospedale, da cui scappa, vagando poi in confusione e con un'altra identità per le strade di Buenos Aires.

Due attori straordinari come Nahuel Perez Biscayart e la Ursula Corbero de" La casa di carta" danno vita a questo universo unico. Il regista ha spiegato: "Mi interessava raccontare un persona che non ha un centro, secondo me tutto evolve seguendo un'energia in movimento, per cui ognuno di noi può essere chi vuole, cambiare, diventare da un fantino a un drogato, a un homeless a una donna e ritornare bambino. Al centro di un individuo per me c'è un'energia, un'anima, quasi un fantasma".

In molti Paesi, compresa la sua Argentina, oggi la cultura woke e il dibattito sull'identità di genere sono sotto attacco. Ortega, che nel suo film tocca questi temi in maniera del tutto originale, a questo proposito ha detto: "In Argentina come in tutto il mondo c'è questo dibattito ma è troppo superficiale secondo me. Io credo nella non-identità, più che nell'identità, altrimenti si perde tempo a costruirsi una gabbia. Anzi credo sia proprio noioso cercare un'identità, bisogno giocare, viversi la vita, seguendo le proprie intuizioni".

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A Parigi grande parata militare agli Champs-Elysées per il 14 luglio

Parigi, 14 lug. (askanews) - Le truppe indonesiane, ospiti d'onore, hanno aperto la tradizionale parata del 14 luglio a Parigi lunedì, caratterizzata quest'anno da un forte accento sulle capacità operative, il giorno dopo che Emmanuel Macron ha promesso di aumentare ulteriormente la spesa per la difesa. Preceduti dalla Patrouille de France e dalla parata aerea, più di 450 soldati indonesiani hanno indossato uniformi colorate e le loro teste erano coperte da un casco da pilota, una testa di tigre, un'aquila, Hanno aperto la marcia davanti al presidente francese Emmanuel Macron e al suo omologo indonesiano Prabowo Subianto. Parigi, secondo quanto riporta l'Afp, ha avviato un partenariato strategico con Giacarta per far valere il proprio peso nella regione indo-pacifica.

In totale hanno sfilato 7.000 uomini e donne, di cui 5.600 a piedi, 65 aerei di cui 5 stranieri, 34 elicotteri, 247 veicoli e 200 cavalli della Guardia Repubblicana. Organizzata come una "vera e propria operazione militare", secondo il governatore militare di Parigi, generale Loic Mizon, la parata di quest'anno riflette la gravità delle minacce alla sicurezza del continente. "Dal 1945 la libertà non è mai stata così minacciata", ha dichiarato domenica Macron a una platea di alti ufficiali militari, riferendosi in particolare alla "minaccia duratura" rappresentata dalla Russia per il continente. La Revue Nationale Stratégique pubblicata in concomitanza alla parata afferma che "è ormai chiaro che stiamo entrando in una nuova era, quella di un rischio particolarmente elevato di una grande guerra ad alta intensità al di fuori del territorio nazionale in Europa".

La Francia prevede di aumentare il suo bilancio per la difesa, aggiungendo 3,5 miliardi di euro nel 2026 e altri 3 miliardi di euro nel 2027, in modo che il bilancio della difesa del Paese sarà quasi raddoppiato in 10 anni, raggiungendo a termine quasi 64 miliardi di euro. Un aumento della spesa militare che il 72% dei francesi sembra pronto a sostenere, secondo un sondaggio Odoxa-Backbone per Le Figaro pubblicato lunedì.

Durante la parata, che è tornata sul prestigioso viale degli Champs-Elysées a Parigi dopo essere stata spostata lo scorso anno a causa dei Giochi Olimpici di Parigi, l'esercito francese ha cercato di sottolineare la sua "credibilità operativa" e la sua "solidarietà strategica". Così, i soldati della 7 brigata corazzata, composta da tre blocchi di fanteria, cavalleria e supporto (artiglieria, genio) hanno sfilato in assetto da combattimento, a piedi e sui loro veicoli corazzati, dotati di elmetti pesanti e gilet antiproiettile.

Quest'anno, Parigi punta a essere in grado di schierare una brigata - più di 7.000 uomini con tutte le loro munizioni e la logistica - in 10 giorni, se necessario. Nel 2027, l'ambizione è di fare lo stesso per una divisione (più di 20.000 uomini) in 30 giorni.

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Dall'Olimpico Ultimo annuncia un live a Tor Vergata il 4 luglio 2026

Roma, 14 lug. (askanews) - Dal palco dell'Olimpico, Ultimo ha annunciato un grande evento live per il prossimo anno intitolato "La favola per sempre", un concerto con decine di migliaia di spettatori che verrà ricordato come "Il Raduno degli Ultimi" il 4 luglio 2026 a Roma - Tor Vergata, grazie alla collaborazione con l'amministrazione di Roma Capitale guidata dal sindaco Roberto Gualtieri e l'assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda.

La Generazione Ultimo ha così un suo raduno, un giorno per celebrare la propria unione, il percorso fatto in questi anni, una favola che è entrata nella storia, con il talento, con la musica nelle ossa, dalla parte degli Ultimi per essere primi, per sempre.

La conferma è arrivata domenica sera sul palco dello Stadio Olimpico, il decimo della carriera del cantautore romano in soli 6 anni, il più giovane artista ad aver mai raggiunto un risultato analogo. Una promessa mantenuta, a lungo attesa dai suoi fan, che hanno accolto la notizia con un grande applauso.

Una serata speciale, che Ultimo ha festeggiato con il suo pubblico, quello dello stadio e quello a cui ha regalato (con il patrocinio di Roma Capitale), la diretta dell'intero concerto trasmessa su un maxischermo del celebre Parchetto di Ultimo, il luogo in cui tutto è cominciato e che dallo scorso maggio 2024 ospita una targa siglata dal Municipio IV della Capitale, un'area di San Basilio che è ormai chiamata il "Parchetto di Ultimo", dove Niccolò Moriconi è cresciuto, già da anni meta ricorrente per tutti i suoi fan che ne hanno invaso ogni centimetro di frasi a lui dedicate.

Oltre 7000 fan hanno invaso il Parchetto (evento gratuito e tutto esaurito dopo solo un'ora dall'apertura delle prenotazioni), cantando incessantemente ed esultando nel momento dell'annuncio, colti poi dalla sorpresa più inaspettata nel vedere Ultimo arrivare proprio lì in van dopo il concerto, per sventolare davanti a loro una bandiera: La favola per sempre, che ora è realtà.

Il 4 luglio 2026 è la ricorrenza del suo primo concerto in uno stadio, l'Olimpico: La Favola 2019.

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