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Giubileo, Chiara Amirante: come si fa a non perdere la speranza?

di TMNews martedì 7 gennaio 2025
2' di lettura

Roma, 7 gen. - Ai "I viaggi del cuore" su Canale5 Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi parla del tema del Giubileo 2025 dinnanzi alle notizie di attualità. Il motto del Giubileo 2025 è "essere pellegrini di speranza". Il Giubileo vuole offrire a tutti un'occasione di ripartenza. Dinnanzi ai drammi che quotidianamente ci raggiungono dalla cronaca e dai fragili equilibri mondiali, come si fa a non perdere la speranza?

"Certamente oggi la tentazione di perdere la speranza è particolarmente forte - spiega Amirante -. Credo che per chi ha il dono della fede sia importante coltivare un incontro profondo con Cristo Risorto: solo un'esperienza forte, personale di amore di luce può sostenere l'animo umano nei momenti più bui. Personalmente l'esperienza profonda dell'Amore di Dio mi ha donato una gioia e una forza che mi hanno permesso di superare tantissime difficoltà, croci pesantissime. E così è stato per tanti ragazzi accolti nella comunità Nuovi Orizzonti, che ormai avevano perso completamente la speranza. Sentirsi amati incondizionatamente ci dona la certezza che, anche nel dolore, non si è soli. Penso inoltre che anche impegnarsi a trasformare il dolore in compassione può aiutarci a non perdere la speranza e a donarla a chi l'ha persa. Invece di lasciarsi sopraffare dalla sofferenza, possiamo vedere le tante croci che siamo chiamati a portare, come un'opportunità per avvicinarci a chi soffre. Il dolore, anziché indurire il nostro cuore, può diventare un "ponte" che ci permette di connetterci empaticamente agli altri, rafforzando i legami di comunità e solidarietà, anche con piccoli gesti di amore, possiamo seminare speranza. Un altro punto che credo sia importante per custodire la speranza è imparare a vivere il presente con gratitudine e fiducia: imparare a vedere la bellezza anche nelle piccole cose della vita quotidiana, Conoscere e apprezzare il presente, essere grati per tutto ciò che abbiamo ci permette di guardare al futuro senza perdere la speranza, confidando che Dio nella sua onnipotenza sa trarre del bene anche dal male. Dobbiamo impegnarci a costruire comunità basate sull'amore dove le persone possano condividere le proprie fragilità e risorse. Quando ci si sente parte di una famiglia, si trova la forza per affrontare le sfide più difficili. La speranza non è qualcosa che si trova fuori di noi, ma una scelta che coltiviamo ogni giorno".

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Iran e Stati Uniti riprendono a Roma i negoziati sul nucleare

Roma, 23 mag. (askanews) - Al via a Roma il quinto round dei colloqui sul nucleare fra Iran e Stati Uniti con la mediazione dell'Oman. Nelle immagini la partenza per la capitale italiana del ministro iraniano degli affari esteri Abbas Aragchi e Araghi con la sua delegazione.

I negoziati a Roma tentano un compromesso sul programma nucleare iraniano, nonostante il leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei, abbia avvertito che un nuovo accordo potrebbe essere impossibile a causa di "linee rosse inconciliabili" già evidenziate nei precedenti incontri.

I colloqui portano a Roma anche l'inviato per il Medio Oriente di Donald Trump, Steve Witkoff. E' il quinto round, accompagnato da prese di posizione pubbliche dure da entrambe le parti sulla questione dell'arricchimento dell'uranio da parte di Teheran. L'Iran sostiene che i colloqui avvengono in forma indiretta, ma funzionari statunitensi hanno confermato che vi sono stati anche scambi diretti, nello specifico anche durante il recente incontro dell'11 maggio in Oman.

Il Segretario di Stato USA Marco Rubio ha dichiarato che Washington punta a un accordo che consenta a Teheran un programma nucleare civile, ma senza arricchimento dell'uranio. Il capo della diplomazia americana ha contestualmente ammesso che "non sarà facile" raggiungere una intesa.

Per "coordinare le posizioni con Witkoff e ricevere un briefing immediato dopo i colloqui" a Roma ci saranno il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, e il direttore del Mossad, David Barnea, ha rivelato ieri Axios. I due alti funzionari israeliani incontreranno l'inviato speciale Usa Witkoff. La presenza ad alto livello israeliana emerge mentre la Casa Bianca fa sapere che il presidente Trump ha discusso con il premier israeliano Benjamin Netanyahu di un "possibile accordo con l'Iran, che il presidente ritiene stia procedendo nella giusta direzione". Lo ha detto ieri la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.

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Usa, Make America Healthy Again: allarme su cibo, farmaci e vaccini

New York, 23 mag. (askanews) - Il segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha presentato il rapporto "Make America Healthy Again" (MAHA), un documento voluto dall'amministrazione Trump per indagare le cause delle malattie croniche tra i bambini americani. Il rapporto lancia un duro atto d'accusa contro alimentazione industriale, uso eccessivo di farmaci, pesticidi e vaccini, parlando di una generazione "sovramedicata e malnutrita".

Pur non avendo valore normativo, il documento guiderà l'elaborazione di un piano d'azione. Tra le richieste: più studi sugli effetti dei vaccini e del cibo ultraprocessato, maggiore trasparenza nella ricerca scientifica e una revisione delle politiche pubbliche influenzate, secondo Kennedy, dalle lobby industriali. Nonostante il tono allarmato del rapporto, membri dell'esecutivo hanno assicurato che la filiera alimentare statunitense è sicura.

"Nei prossimi 80 giorni, la Commissione (MAHA) si baserà sul lavoro svolto in questo rapporto per sviluppare una tabella di marcia verso riforme della sanità pubblica coraggiose e trasformative, da sottoporre alla nostra attenzione". Ha detto Trump che all'inizio di questo mese, ha promesso che avrebbe tagliato i prezzi dei farmaci per allinearli a quelli dei paesi esteri. "Nessuno può credere che io abbia avuto il coraggio di farlo", ha dichiarato Trump durante l'incontro.

Intanto la Casa Bianca ha chiesto al Congresso 500 milioni di dollari per finanziare l'iniziativa, a fronte di tagli proposti per 18 miliardi al National institutes of health.

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Cina: stop Trump a studenti stranieri Harvard? Difenderemo i nostri

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Ad Harvard gli studenti cinesi rappresentano circa un quinto degli studenti stranieri iscritti al prestigioso ateneo.

La decisione dell'amministrazione Trump è venuta dopo che, all'inizio di questo mese, alcuni membri del Congresso Usa hanno inviato una lettera al presidente dell'università, Claudine Gay, chiedendo a Harvard di chiarire i suoi rapporti con il governo e le forze armate cinesi, ad esempio il fatto che l'ateneo abbia fornito formazione a personale del Corpo di produzione e costruzione del Xinjiang, inserito nella lista delle sanzioni statunitensi nel 2020. Pechino, dal canto suo, ha definito come infondate queste accuse.

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