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Verdone: con "Vita da Carlo" ho fatto un'autobiografia completa

di TMNews lunedì 27 ottobre 2025
2' di lettura

Roma, 27 ott. (askanews) - Il suo è stato il red carpet di chiusura della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma: Verdone ha infatti presentato qui in anteprima l'ultima stagione del suo "Vita da Carlo", disponibile dal 28 novembre su Paramount+. "Ho fatto un'autobiografia direi completa, tra i libri che ho scritto, in più questa Vita da Carlo. - ha detto il regista - Ho cercato di avvicinarmi, anche nella recitazione, a quello che sono io molto nella vita normale, mi sono quasi dimenticato che c'era una macchina da presa".

In queste nuove puntate, tra divertenti vicende private e professionali, Verdone rientra al Centro Sperimentale di Cinematografia, dove gli viene assegnata la cattedra di regia. Naturalmente il gap generazionale con gli studenti si fa sentire. A proposito del confronto con i giovani il regista ha detto: "Loro se amano la commedia hanno una specie di ammirazione per me e questo mi fa molto piacere. Io da loro capisco di più il mondo, il linguaggio che cambia, il pensiero anche, come si relazionano, in maniera diversa da come mi relazionavo io. Nello stesso tempo io do' a loro tutta la mia esperienza, per andare avanti".

Nella serie che Verdone dirige insieme a Valerio Vestoso si vede bene il livello di popolarità del regista, fermato ad ogni angolo da persone che chiedono selfie o messaggi per parenti e amici. Tanto che ad un certo punto lui sogna una fuga lontano dall'Italia. "Il selfie certe volte è molto stressante soprattutto se ti trovi con tanta gente, in condizione di grande affollamento. Allora lì diventa un po' complesso, io cerco di essere gentile con tutti perché il pubblico è stato molto gentile con me. - ha detto il regista - Ci sono dei momenti, francamente, in cui non ce la fai più. E però loro non lo capiscono, se t'azzardi a dire di no ti dicono subito che sei uno stronzo".

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Roma, 27 ott. (askanews) - "Con la Repubblica e la sua Costituzione si è inteso attuare una visione che affida responsabilità alla Pubblica amministrazione, nel momento in cui riconosce ai suoi operatori autonomia, chiedendo che la loro funzione venga esercitata con imparzialità. La visione che i Costituenti tradussero in norme nasceva dal rifiuto di consentire che l'apparato pubblico fosse adoperato, come, durante la dittatura fascista, alterando l'equilibrio dei poteri pubblici, per la soppressione dei diritti di libertà dei cittadini".

Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando al Quirinale i Prefetti e i Consiglieri di nuova nomina del Ministero dell'Interno.

"Un altro elemento di rottura, rispetto al modello di una amministrazione assoggettata al governo anziché al servizio dei cittadini, risiede nella norma costituzionale che riserva alla legge l'organizzazione dei pubblici uffici, demandata, prima, al governo - ricorda il capo dello Stato - la Costituzione assegna al Parlamento il compito di dettare norme al fine di assicurare imparzialità e buon andamento. I pubblici funzionari sono stati, in tal modo, posti sotto la tutela della legge nello svolgimento della loro funzione. È questo il significato di quanto disposto dall'art. 98 che dispone: 'i pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della nazione'".

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Drusilla: in Frida Opera Musical ho dato nuova veste alla morte

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"Interessante perché gli ho dato una nuova veste, una veste che non avevo mai supposto, cioè questa allegra, simpatica, curiosa, un po' pasticciona, un po' partecipativa, un po' che soffre il complesso di non essere la vita. Quindi ho integrato la mia visione della morte che già aveva una sua complessità e più si arricchiscono e si integrano di significati e di valore certi temi che sono fondamentali, insomma è una gran fortuna. E poi è stato bello stare con questi ragazzi che sono tutti bravi, sono tutti talentuosi, sono pieni di energia, la regia, la musica, è veramente bellissimo, mi arriva rivitalizzato", dice Drusilla Foer.

Che cosa la colpisce di più in questa opera, in questo "Frida Opera Musical"?

"La partecipazione degli artisti, ma dei macchinisti che in un secondo sparisce una casa con un giardino e arriva una foresta, una giungla, la partecipazione di tutti quanti, la concentrazione, la concentrazione sul palco, che è segno di grande partecipazione e la partecipazione oggi è un tema fondamentale, credo, per induzione", risponde.

E trova una modernità nei temi affrontati?

"Certamente, certamente c'è la volontà di reagire a un regime opprimente, c'è la capacità di una donna di dichiarare pubblicamente il proprio dolore attraverso l'arte, la vitalità dei giovani che chiedono qualcosa di diverso per se stessi, perché una rivoluzione presuppone questo, è la rivoluzione che ha in sé anche la radice, ma anche la rivalutazione, cioè dare un nuovo valore alle cose che si vivono, non necessariamente con la violenza, né con tonalità aggressiva, né tanto meno belliche, però dare una rivalutazione di ciò che c'è. Rivalutiamola", chiosa.

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Liguria, Bucci: darei tra 8 e 9 al mio primo anno di mandato

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"Un anno è passato - ha detto Bucci - e voglio cominciare con una battuta: c'era un tizio che diceva che non avrei concluso l'anno, mentre lo abbiamo concluso, stiamo bene e andiamo avanti. È stato un anno molto sfidante, abbiamo fatto tante cose. Siamo in linea con il programma e di questo sono molto contento. Sono state fatte cose addirittura meglio di come ci aspettavamo, ma qualcosa poteva essere accelerato. Se ho dei rimpianti è il fatto che alcune cose potevano andare un pochino più veloce, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture, ma altre invece sono andate meglio, quindi il bilancio è sicuramente positivo".

"Quando vado in giro - ha aggiunto Bucci - sento molto calore e molte persone che sono contente per quello che facciamo, soprattutto per tutte le risorse che mettiamo in campo che vengono da progetti europei e dal governo italiano. Stiamo facendo le cose giuste, ma si può sempre migliorare. Alcuni progetti, soprattutto un paio di progetti infrastrutturali, potevano andare più veloci ma adesso dobbiamo accelerare".

E a chi gli ha chiesto che voto si darebbe per il suo primo anno di presidenza della Giunta, Bucci ha replicato: "Facciamo in decimi? Beh io direi che abbiamo preso tra l'otto e il nove, sia il sottoscritto che la Giunta".

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"Io credo - dice Butera - che la scomodità che ci porta Frida, che mi ha portato Frida, sia una scomodità che mi sta regalando tantissime cose, perché è una scomodità che è un atto di coraggio, un atto di amore nei confronti dell'esistenza, nei confronti della vita. Sono stata scelta e l'ho visto come un accadimento destinico, in un momento in cui stavo lavorando su più cose che riguardano la musica e riguardano il cinema. È arrivata questa proposta nuova per me e ho deciso di accoglierla in maniera quasi del tutto irrazionale, perché ho sentito che comunque questa vita, questa chiamata avrebbe potuto darmi, come lo sta facendo, dei regali e dei nuovi spunti sotto ogni punto di vista", afferma Butera.

A guidare il racconto è La Catrina impersonata da Drusilla Foer, simbolo della cultura popolare messicana, figura di confine tra vita e morte, bellezza e satira. Al centro, la vita della pittrice messicana, il suo amore con Diego Rivera, la sofferenza, la resistenza, la lotta per l'identità. Rivera è Andrea Ortis, che la vede così: "Sì, Frida Opera Musical è un ventaglio, un ventaglio di colori, è un racconto che si dipana poi su tre grandi binari. Il primo raccontiamo la biografia di Frida Kahlo nei suoi maggiori accadimenti, è una biografia che abbiamo ricostruito assieme allo Stato del Messico, assieme alle due massime istituzioni museali riferite a Frida Kahlo e a Diego Rivera. Quindi lo spettatore troverà una serie di informazioni anche nuove, perché ancora in fase di inventario, ma soprattutto reali. Quindi racconteremo i maggiori accadimenti della vita di Frida Kahlo. Un altro binario è dedicato ai grandi accadimenti dei primi 50 anni del Novecento".

Da Zapata a Pancho Villa, da Breton a Picasso. Sino all'America dei Rockefeller e dei Ford.

"E poi il terzo binario. Il terzo binario è il binario, diciamo, verticale, che si lancia verso il cielo, perché nel Messico esiste la Catrina, che è la morte. Ma non è una morte dolorosa e addolorata, nera, cupa, oscura. Non è il momento di giudizio, un po' come la viviamo qui noi, no. La morte messicana, rappresentata in scena da Drusilla Foer è ironica, è anche autoironica, è materna, ma anche paterna, e sempre cammina vicino alla vita in ogni suo momento", chiosa Ortis.

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