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Il tifone Kalmaegi fa 140 morti nelle Filippine e punta al Vietnam

di TMNews giovedì 6 novembre 2025
1' di lettura

Roma, 6 nov. (askanews) - Il Vietnam si prepara all'arrivo del tifone Kalmaegi che ha già colpito le Filippine centrali, in particolare la provincia di Cebu, causando devastanti inondazioni. Il bilancio è di almeno 140 morti e 127 dispersi, oltre a decine di feriti.

Centinaia di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case, la maggior parte è stata portata via dalla forza delle acque. Le immagini dall'alto mostrano una distesa di fango. "Tutto è successo molto velocemente - racconta una donna - l'acqua ci è arrivata al torace, è come se avessimo avuto solo un minuto per salvarci".

"Non mangiamo da due giorni - dice un uomo che è riuscito a metteresi in salvo - i miei figli sono in stato di shock, traumatizzati dalle inondazioni. È la prima volta che ci troviamo in una situazione simile".

Il presidente Ferdinand Marcos ha dichiarato lo "stato di catastrofe nazionale". Kalmaegi, che si è rafforzato, si sta ora dirigendo verso il Vietnam, dove potrebbe provocare onde alte fino a otto metri, secondo il servizio meteorologico nazionale.

Il vice primo ministro vietnamita Tran Hong Ha lo ha definito "pericoloso e molto anomalo", chiedendo alle autorità locali di prepararsi. Le Filippine hanno già visto passare 20 tempeste tropicali quest'anno ma il tifone Kalmaegi finora è il più letale.

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"Dall'altra parte noi insisteremo molto sul costo dell'energia, perché questa manovra come sapete non tocca né il tema dei costi dell'energia, il primo che ci pongono le imprese e non tocca nemmeno la questione dei dazi - ha aggiunto - su cui credo che siamo l'unico paese europeo dove non si è messo una risposta in campo rispetto ai danni dei dazi di Trump essendo uno dei paesi che saranno più colpiti dai dazi, proprio perché abbiamo una forte vocazione all'export e naturalmente insisteremo su tutte queste priorità nel lavoro che stiamo facendo di dialogo con tutte le parti sociali, le organizzazioni di presa, il terzo settore; le stiamo incontrando per ascoltarle e poi lavoreremo ai nostri emendamenti e a partire anche da una mozione fatta insieme alle altre forze di opposizione con cui siamo alleati nelle regionali".

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Rutte: la minaccia russa non finisce con la guerra in Ucraina

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Oltre ad aver decarbonizzato il consumo di metano nei trasporti a livello nazionale, infatti, l'Italia punta a sostituire il 10% degli attuali consumi di metano fossile al 2030. Un percorso che ci porterà al 2050 a contribuire in maniera determinante anche alla decarbonizzazione delle filiere hard to abate con un potenziale di circa 10 miliardi di smc anno di biometano. In questo scenario è conteggiato anche il contributo agli usi termici finali del settore residenziale. Questa crescita avrà impatti rilevanti anche sul PIL e sulla crescita del nostro Paese. Solo con il PNRR ad esempio il settore ha generato investimenti privati per circa 6 miliardi di euro.

"L'interesse crescente del mondo industriale verso il biometano conferma la validità del percorso avviato dalle nostre imprese agricole e apre nuove sinergie di mercato. Questa collaborazione è essenziale per rafforzare la competitività del sistema Paese e accelerare la transizione energetica a costi sostenibili, valorizzando circolarità, produttività dei distretti locali e il lavoro degli agricoltori. Per dare concretezza a questo progetto transettoriale sono importanti regole certe e chiare. In primis, una coerente applicazione di quanto previsto dal DL Agricoltura attraverso il quale si permette un incontro più diretto tra domanda e offerta, ma anche la definizione rapida e chiara della valorizzazione delle garanzie d'origine ai fini della rendicontazione ETS. Inoltre, come ogni piano di sviluppo, occorre guardare al lungo periodo, oltre al 2030 come a una sfida ambiziosa ma realizzabile. L'agricoltura ha dimostrato di essere pronta a fare la sua parte: l'alleanza con il mondo industriale sarà sempre più strategica per costruire competitività e sostenibilità del settore.", dichiara il Presidente del CIB, Piero Gattoni.

In questo scenario si inserisce anche l'Emission Trading System (ETS), lo strumento dell'Unione europea per ridurre le emissioni nei principali comparti industriali. Sebastiano Serra, Coordinatore della Segreteria Tecnica del Comitato ETS, ha illustrato lo scenario italiano, evidenziando come il biometano possa contribuire a ridurre i costi energetici e le emissioni delle industrie soggette all'ETS, in particolare di quelle hard-to-abate, aprendo nuove prospettive di integrazione tra filiera agricola e mondo industriale.

Sul punto, sono intervenuti i tecnici del CIB che hanno approfondito le novità contenute nel DL Agricoltura, che ha previsto una misura che favorisce la stipula di accordi di compravendita fra produttori di biomasse agricole e le industrie energivore, creando nuove opportunità per il settore primario e maggiore competitività per le imprese.

Nel dibattito conclusivo, infine, hanno preso parte i rappresentanti delle principali organizzazioni industriali: Alessandro Bertoglio, Assocarta; Giovanni D'Anna, Confindustria Ceramica; Alessandro Corsini, Confindustria Brescia; Valentina D'Acunti, Assotermica; e Costantino Amadei, Federchimica-Assogasliquidi.

Tutti hanno evidenziato la necessità di una politica industriale efficiente per le imprese, con un mix di misure concrete per trasformare la decarbonizzazione in motore di crescita. Un contesto più efficiente e realistico con regole chiare, tempi rapidi e strumenti concreti in un approccio che vede centrale lo sviluppo e il sostegno al biometano, una risorsa chiave e immediatamente disponibile per accompagnare le industrie energivore nel percorso di transizione energetica. _

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