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Ceramica: prima riunione del tavolo, si discute di Green deal

di TMNews mercoledì 19 novembre 2025
2' di lettura

Sassuolo (Modena), 19 nov. (askanews) - "Dobbiamo posizionare una nuova strategia per la tenuta competitiva" dell'industria ceramica italiana, che vale 7,6 miliardi di fatturato con l'80% di export ma rischia di perdere la sua identità produttiva a causa degli oneri del sistema europeo Ets. Il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, ha convocato questa mattina a Sassuolo il primo Tavolo Settoriale con Confindustria Ceramica e le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.

"Abbiamo bisogno di posizionare una nuova strategia rispetto alla tenuta competitiva di un settore così strategico per il nostro paese - ha spiegato Colla - Non dimentichiamo che le ceramiche fanno 80% di export, molto valore aggiunto, è veramente un made in Italy".

"Vogliamo aprire una nuova discussione anche rispetto a uno scenario che si sta modificando in Europa - ha proseguito il vicepresidente e assessore regionale allo Sviluppo economico -. Dobbiamo andare a fare quella discussione del nuovo Omnibus sull'ambiente europeo. Con il presidente della Regione saremo insieme a Bruxelles per dire al commissario: attenzione, non è che non vogliamo la sostenibilità ma la dobbiamo accompagnare con investimenti. La sostenibilità deve essere un fattore di competitività, quindi serve la modifica dell'Ets per permettere che quelle risorse ritornino ad avere investimenti di qualità sia in tecnologia che in sostenibilità".

"Se lasciamo l'Ets così non si dà nemmeno una risposta alla CO2 perché se non vendiamo in Italia i nostri concorrenti sono indiani, turchi, cinesi che non sanno neanche cos'è l'emission trading" ha aggiunto Colla.

Il settore, che conta 248 imprese con 25.920 dipendenti, si trova in una fase complessa con costi energetici elevati e oneri Ets che equivalgono a una maggiorazione del 15% del costo del gas. Nel 2024 gli investimenti hanno visto una riduzione del 20%, circa 80 milioni di euro in meno.

"Proviamo a difenderci perché altrimenti se perdiamo l'identità industriale dentro ci sono i lavoratori - ha concluso il vicepresidente - Attenzione che queste aziende rischiano di diventare commerciali e la produzione la vanno a fare da altre parti. Non è il modello che noi vogliamo in Emilia-Romagna".

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"Non ha più nulla a che fare con obiettivi militari. È una pura e semplice guerra del terrore contro la popolazione civile ucraina", ha dichiarato il cancelliere tedesco Friedrich Merz in una conferenza stampa a Berlino insieme con il suo omologo svedese, Ulf Kristersson.

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La reazione cinese è stata immediata. L'ambasciata a Tokyo ha parlato di affermazioni inaccettabili. E il console cinese a Osaka, in un messaggio poi cancellato, ha minacciato di "tagliare quella sporca testa senza la minima esitazione". Subito dopo, i due Paesi hanno convocato i rispettivi ambasciatori.

Tokyo ha risposto invitando i propri cittadini in Cina alla prudenza. L'ambasciata giapponese a Pechino raccomanda di prestare attenzione all'ambiente circostante ed evitare i luoghi affollati o associati alla presenza di giapponesi. Indicazioni emesse, spiega il governo, dopo una valutazione complessiva della situazione di sicurezza.

Sul piano diplomatico, a Pechino il responsabile giapponese per l'Asia-Pacifico, Masaaki Kanai, ha incontrato il suo omologo cinese Liu Jinsong. La Cina ha ribadito le sue decise proteste per le parole della premier Takaichi. E Tokyo ha invitato Pechino a moderare i toni.

La crisi ha ora ricadute economiche dirette. Oltre ai voli cancellati, i media giapponesi riferiscono che Pechino è pronta a sospendere nuovamente le importazioni di prodotti ittici dal Giappone. Una misura formalmente legata al monitoraggio delle acque trattate rilasciate dall'impianto di Fukushima. La Cina aveva già imposto un primo divieto nel 2023 e aveva appena ripreso ad acquistare parte dei prodotti marini giapponesi.

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Con voli bloccati, scambi rallentati e sale cinematografiche che rinviano le uscite dei film giapponesi, la tensione tra le due nazioni continua a crescere e si misura anche fuori dalla diplomazia.

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