Si è aperto il dibattito intorno alle dichiarazioni di Dario Franceschini, senatore del Pd, che ha detto di voler presentare in Parlamento una proposta di legge per dare esclusivamente il cognome materno ai nuovi nati. Una scelta, secondo l'ex ministro, che costituirebbe un "risarcimento per un'ingiustizia secolare". Maggioranza e opposizione hanno quindi commentato la proposta. Per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si tratta di "un modo per suscitare attenzione e curiosità. Segnala che Franceschini abbia bisogno di affetto, che gli esprimo, ma è una cosa che non va da nessuna parte". Di parere opposto Luana Zanella, capogruppo Avs a Montecitorio, secondo cui la proposta è "centrata e simbolicamente rivoluzionaria", ma bisogna lavorare su di essa per garantirle sostegno dal basso: "Modifiche così profonde non si fanno solo presentando una proposta di legge", afferma. Infine, Laura Boldrini, deputata Pd e già presidente della Camera dei Deputati, firmataria di una proposta per l'utilizzo del doppio cognome, dice: "Qualsiasi proposta, anche quella del senatore Franceschini, che va in questa direzione è la benvenuta. Dopodiché si farà sintesi", in quanto l'importante è "rompere questo tabù che da troppi anni è stato messo all'angolo come qualcosa di intoccabile".
Martedì l'esercito israeliano ha diffuso un filmato che, secondo quanto affermato, mostrava le truppe in azione nella Striscia di Gaza. Nel video si vede un carro armato che avanza tra le macerie e soldati in azione. In una dichiarazione, l'esercito ha affermato che l'aviazione israeliana ha colpito più di 100 obiettivi nell'ultimo giorno. Negli attacchi nella notte su Gaza colpite un'abitazione familiare e una scuola trasformata in rifugio: almeno 60 persone sono rimaste uccise, secondo quanto riferito dai funzionari sanitari palestinesi.
“Adesso andiamo a spiegare tutto ai magistrati. Vediamo che domande ci fanno e rispondiamo. Non so se la riscriveremo la storia, so che la stiamo ridisegnando. Adesso vediamo questo disegno dove ci porterà, però c’è molta fiducia e molto rispetto per l’operato della magistratura che non credo operi sulla base di un’idea, come ho sentito, né tantomeno su tesi strampalate. Credo che sia un’indagine molto razionale, molto seria”. Così l’avvocato Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi, al suo arrivo questa mattina al tribunale di Pavia per l’interrogatorio nell’ambito della riapertura dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. “Io rispetto tutte le indagini, quelle del passato e quelle di adesso. Ci sono dei buchi nel passato. Un conto è criticare, un conto è rispettare. L’indagine del passato l’ho criticata, ma la rispetto. Quindi ovviamente uso terminologie rispettose”, ha precisato De Rensis. “Noi stiamo lavorando sperando di poter dimostrare che i fatti sono andati in maniera diversa, ma noi siamo spettatori. Questa è un’indagine della Procura e noi la rispettiamo”, ha concluso.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha detto di aver sottolineato a Donald Trump che nessuna decisione sull'Ucraina dovrebbe essere presa "senza coinvolgere Kiev". Il leader di Kiev ha anche affermato di aver discusso la possibilità di “sanzioni severe” contro la Russia. "Non ritireremo le nostre truppe dai nostri territori, è un dovere costituzionale mio e delle nostre forze", ha poi aggiunto Zelensky che ha spiegato: "Se la Russia pone delle condizioni per il ritiro delle nostre truppe dal nostro territorio, significa che non vuole che la guerra finisca. Perché capisce chiaramente che l'Ucraina non lo farà".
Lunedì gli Stati Uniti hanno rimandato nei loro Paesi 68 immigrati dall’Honduras e dalla Colombia, con il primo volo finanziato dal governo di quelle che l’amministrazione Trump chiama 'deportazioni volontarie'. Nella città di San Pedro Sula, nel nord dell'Honduras, 38 honduregni, tra cui 19 bambini, sono sbarcati dal volo charter portando con sé carte di debito da 1.000 dollari del governo degli Stati Uniti e l'offerta di poter richiedere un giorno l'ingresso legale negli Usa. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso di aumentare sostanzialmente le deportazioni. Gli esperti ritengono che l’offerta di autoespulsione piacerà solo a una piccola parte di migranti che stanno già valutando il ritorno, ma difficilmente stimolerà una forte domanda.