L'influencer messicana ventitreenne Valeria Marquez è stata uccisa a colpi d'arma da fuoco mentre pubblicava un video in diretta sul TikTok, dove aveva quasi 100 mila seguaci. Lo riferisce la magistratura dello stato occidentale di Jalisco, dove è avvenuto l'omicidio. Marquez è stata assassinata nel suo salone di bellezza, a Zapopan. Il filmato mostra gli ultimi istanti di vita della giovane donna, vestita con una canottiera fucsia e con in mano un maialino di peluche colorato che le era appena stato regalato.
"Sei Valeria?" le chiede cordialmente una voce maschile fuori campo. "Si'", risponde Marquez con aria preoccupata. Al che l'influencer spegne il microfono e crolla pochi secondi dopo, freddata da più colpi d'arma da fuoco. Valeria Marquez non aveva mai denunciato minacce, ha dichiarato il sindaco di Zapopan, Juan Josè Frangie.
"Non abbiamo alcuna traccia (della vittima) negli archivi della procura o della polizia di Zapopan", ha spiegato Frangie. I primi risultati dell'indagine non suggeriscono ancora un collegamento tra il delitto e la criminalità organizzata. Zapopan si trova nella periferia di Guadalajara, capitale dello stato di Jalisco, roccaforte del potente cartello del narcotraffico Jalisco Nueva Generacion. Il cartello è una delle otto mafie latinoamericane (sei delle quali messicane) inserite nella lista delle organizzazioni "terroristiche" dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo un rapporto delle le Nazioni Unite, in Messico vengono uccise 10 donne al giorno e il 70% delle cittadine di eta' superiore ai 15 anni ha subito almeno una volta nella vita qualche forma di aggressione.
Il presidente Donald Trump ha lasciato improvvisamente il vertice del G7, partendo con un giorno di anticipo a causa dell'intensificarsi del conflitto tra Israele e Iran. I leader mondiali si erano riuniti in Canada con l'obiettivo specifico di contribuire a disinnescare una serie di punti critici a livello globale, ma sono stati interrotti da una resa dei conti sul programma nucleare iraniano che potrebbe degenerare in modo pericoloso e incontrollabile. Durante il vertice, Trump ha avvertito che Teheran deve frenare il suo programma nucleare prima che sia “troppo tardi”. Ha affermato che i leader iraniani “vorrebbero parlare”, ma hanno già avuto 60 giorni per raggiungere un accordo sulle loro ambizioni nucleari e non ci sono riusciti prima dell'inizio dell'attacco aereo israeliano. “Devono trovare un accordo”, ha detto. Alla domanda su cosa servirebbe perché gli Stati Uniti intervengano militarmente nel conflitto, Trump ha risposto lunedì mattina: “Non voglio parlarne”. Lunedì pomeriggio, Trump ha lanciato un minaccioso avvertimento sui social media: “Tutti devono evacuare immediatamente Teheran!”. Poco dopo, Trump ha deciso di lasciare il vertice e di saltare una serie di incontri previsti per martedì che avrebbero affrontato questioni sulla guerra in Ucraina e non solo. Mentre posava per una foto lunedì sera con gli altri leader del G7, Trump ha detto semplicemente: “Devo tornare, è molto importante”.
Almeno 14 persone sono state uccise e altre 44 sono rimaste ferite in un attacco combinato di missili e droni russi su Kiev nella notte di martedì. Il capo dell'amministrazione militare della Capitale, ha riferito che per l'attacco è stato evacuato un edificio residenziale e sono stati distrutti decine di appartamenti. Il ministro dell'Interno ha visitato la scena e ha riferito che un cittadino statunitense è stato ucciso nell'attacco dopo aver riportato ferite da schegge. Ci sono stati feriti nei quartieri di Sviatoshynskyi e Solomianskyi. Il sindaco di Kiev ha dichiarato che sono scoppiati incendi in altri due quartieri della città a causa della caduta di detriti provenienti dai droni abbattuti dalla difesa aerea ucraina. L'attacco notturno è l'ultimo di una serie di attacchi massicci con droni e missili contro la capitale ucraina.
"Oltre due milioni di voti e una mobilitazione diffusa da Nord a Sud: si è conclusa con numeri record la 12ª edizione de I Luoghi del Cuore, il censimento promosso dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano in collaborazione con Intesa Sanpaolo, che dà voce all’affetto degli italiani per i luoghi più amati del Paese.
L’iniziativa, che ha raccolto oltre 2 milioni e trecentomila voti, si conferma come il più grande e partecipato strumento di cittadinanza attiva dedicato alla tutela del patrimonio culturale e paesaggistico. Un successo reso possibile non solo dal coinvolgimento individuale, ma anche dalla partecipazione di 196 comitati, associazioni, parrocchie e amministrazioni locali che hanno scelto di attivarsi in prima persona per proteggere e valorizzare chiese, borghi e sentieri.
“Intesa Sanpaolo sostiene da vent'anni I Luoghi del Cuore e, insieme al FAI, ha individuato in questo progetto un perfetto esempio delle modalità con cui Intesa Sanpaolo interviene a sostegno dell'arte, della cultura e del paesaggio”, ha ricordato Paola Musso, Executive Director Comunicazione e Immagine Intesa Sanpaolo.
Anche Marco Magnifico, Presidente del FAI, ha sottolineato l'importanza dell’iniziativa: “Questa edizione de I Luoghi del Cuore e i numerosi voti ricevuti testimoniano che gli italiani chiedono a gran voce che il patrimonio culturale venga tutelato a lungo”. I Luoghi del Cuore, che vede il sostegno di Intesa Sanpaolo sin dalla prima edizione, si conferma così un modello virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato, capace di trasformare il sentimento in azione, la memoria in cura, e l’amore per il territorio in progetti concreti di valorizzazione e recupero.”
"Vogliamo l'estromissione di Hamas dalla Striscia di Gaza, vogliamo vivere in pace con Israele". A Quarta Repubblica, il talk del lunedì sera di Rete 4 condotto da Nicola Porro, interviene Moumen Al-Natour, palestinese di Gaza, attivista ed ex prigioniero di Hamas. Consapevole del rischio che corre per la sua incolumità, rilascia un'intervista in esclusiva in cui denuncia come stanno davvero le cose nella Striscia.
Avvocato e co-fondatore del movimento anti-Hamas "Vogliamo Vivere", Al-Natour è presidente della Ong Palestinian Youth for Development ed è stato prigioniero politico di Hamas: da Porro spiega nei dettagli come funziona la gestione degli aiuti umanitari da parte dell'organizzazione politico-militare e mostra le condizioni di devastazione in cui versa Gaza, con dei video girati in prima persona. “Vogliamo mettere un termine alla sudditanza della Striscia di Gaza all’Iran. Vogliamo vivere in pace con il popolo di Israele e vogliamo sostituire il governo di Hamas con un governo democratico. L’Iran non deve continuare a ingerire e intervenire nei paesi arabi".