Non piace a nessuno ma resta al suo posto. Ursula Von der Leyen, o vien dal Lago che dir si voglia, è l’immagine fedele di un’Europa che procede tra ambiguità, compromessi e responsabilità rinnegate. In questa puntata, Pietro Senaldi parte dalla parola “Ursula” per raccontare il paradosso di una leader votata da tutti e scaricata da ciascuno. Tra dazi, retroscena e giochi di prestigio diplomatici, il ritratto di un continente che ha sempre bisogno di un colpevole. La parola è Ursula. Ma il problema è l’Unione.
"L'avete messa lì proprio perché è incompetente e adesso le contestate la virtù per cui l'avete scelta?". Nel suo podcast "Parola di Pietro", il condirettore di Libero Pietro Senaldi parla di Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione Ue. "L'Europa è composta da 27 stati, tutti più o meno sovranisti, e il presidente è sempre stato d'ausilio nel confermare le politiche decise da Francia e Germania, almeno fino alla crisi economica e sociale di questi mesi. Gli unici che hanno provato a dire la loro in Europa sono stati gli italiani".
"Come dicono i latini, nomen omen: Ursula vuol dire 'piccolo orso', una persona schiva e poco socievole. Uno che non sa stare in compagna. E l'Europa l'ha messa a mediare tra 27 paesi che da secoli come unica caratteristica comune hanno quelli di non andare d'accordo. Leyen invece in tedesco non significa nulla ma ha una assonanza con 'laien', 'dilettanti', e con il verbo 'lehen', cioè prestare ma essendo tedesca non le viene naturale. Il 'Von' significa che è nobile e mi ricorda la fantozziana Serbelloni Mazzanti vien dal Mare. Lei viene dalla Renania, piena di laghi. E allora la chiamiamo Ursula vien dal Lago". Il podcast "Parola di Pietro" del condirettore di Libero Pietro Senaldi.
"Al Giubileo dei giovani a Tor Vergata, è stato abbondantemente superato il milione di pellegrini”. Così il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, durante la visita nella sala grandi eventi della Questura di Roma.
Stanchi ma contenti e soprattutto sorpresi da una giornata incredibile. Finita la messa del sabato per il Giubileo dei Giovani, è il momento di tirare fuori sacchi a pelo, cuscini, pane e mortadella e ogni bene di fortuna utile a passare la notte. L’intenzione per quasi tutti i ragazzi arrivati a Tor Vergata (Roma) è quella di trascorrere la nottata qui in attesa del gran finale di domenica con la cerimonia di Papa Leone XIV.