Assalto alla redazione de La Stampa a Torino: durante le manifestazioni per lo sciopero generale del 28 novembre, decine di contestatori si sono staccati dal corteo principale e hanno raggiunto la sede del quotidiano. Giunti sul posto, prima hanno lanciato del letame contro i cancelli e poi sui muri hanno scritto frasi del tipo “Giornalisti complici dell’arresto in Cpr di Mohamed Shahin”, in riferimento alla notizia di convalida di trattenimento, da parte della Corte d’Appello di Torino, dell’imam di via Saluzzo al Cpr di Caltanissetta.
I manifestanti, a quel punto, sono riusciti a fare irruzione all’interno della redazione. E, una volta dentro, hanno esposto striscioni con la scritta “Free Shahin”. I manifestanti si sono introdotti nella sede del quotidiano La Stampa forzando un’entrata secondaria dell’edificio in via Ernesto Lugaro. Mentre secondo un'altra versione avrebbero sfondato una porta di vetro. “Non è finita qua, la Palestina la vogliamo libera come vogliamo libero il nostro compagno e fratello Mohamed Shahin”, ha scandito uno dei contestatori al microfono subito dopo il blitz.
E ancora: “Questa è la sede che lo ha dipinto come un terrorista, questa è stata la sede che si è appellata al vile strumento dell’islamofobia. Noi ci opponiamo a questa narrazione. Il giornalismo è finito, è diventato servo di questo Stato di polizia, la scriviamo noi la storia, riempiremo noi quei buchi narrativi”. Sul posto, poi, è giunta la polizia in tenuta antisommossa. E i manifestanti, dopo diversi minuti, hanno abbandonato la sede e sono tornati al corteo principale. Durante l’irruzione, gli agitatori hanno lasciato scritte sui muri e gettato a terra tutto quello che c'era sulle scrivanie.
“Quanto accaduto oggi alla redazione de La Stampa di Torino è inaccettabile. Ancora una volta c’è chi confonde il diritto al dissenso e all’espressione delle proprie idee con la violenza, gli attacchi e la devastazione - ha dichiarato in un comunicato il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio -. Atti che sono particolarmente odiosi quando hanno come obiettivo l’informazione, che è per tutti baluardo di libertà e democrazia. A La Stampa e ai suoi giornalisti, la mia piena solidarietà per quanto accaduto a opera dei soliti facinorosi a cui va invece la mia assoluta condanna”. Ferma condanna anche da parte del sindaco di Torino, Stefano Lo Russo: “Solidarietà a nome della città di Torino a tutta la redazione, alle lavoratrici e ai lavoratori del quotidiano La Stampa. L’intrusione e i danneggiamenti che si sono verificati sono inaccettabili e ci auguriamo che i colpevoli vengano al più presto individuati e perseguiti dalle forze dell’ordine”.
Appresa la notizia della vandalizzazione della redazione del quotidiano torinese, la premier Giorgia Meloni ha telefonato al direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, per dare solidarietà a lui e a tutti i giornalisti. Nel comunicato poi diramato da Palazzo Chigi si spiega che "nel corso della telefonata Meloni ha sottolineato che l’irruzione nella redazione centrale del quotidiano da parte di un gruppo di manifestanti dei centri sociali e dell’area pro Pal rappresenta un fatto gravissimo che merita la più assoluta condanna. Il Presidente auspica, inoltre, una condanna unanime e ha ribadito che la libertà di stampa e informazione è un bene prezioso da difendere e tutelare ogni giorno".
Messaggio di vicinanza anche dalla segretaria del Pd Elly Schlein: "Ho sentito il Direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, e ho espresso solidarietà a lui, alle giornaliste e ai giornalisti e a tutti i dipendenti per l’inqualificabile episodio dell’irruzione avvenuta nella sede del quotidiano torinese al termine di una manifestazione. Un atto grave e inaccettabile, ogni sede di giornale è presidio di libertà e democrazia”.
Guarda qui un altro video dell'assalto alla redazione del quotidiano
Assalto alla redazione del quotidiano La Stampa a Torino: circa cento manifestanti si sono staccati dal corteo per lo sciopero generale del 28 novembre e hanno raggiunto la sede del giornale, facendovi irruzione e scatenando il caos.
Sentiero Obbligato, l'intervento di Aldo Forte, direttore People & Organization Italia di Enel.
Il Presidente americano Donald Trump ha graziato i tacchini Gobble e Waddle nella tradizionale cerimonia del Ringraziamento alla Casa Bianca. Trump si è rivolto direttamente al tacchino Gobble: "Sembri un pennuto violento. Sei pronto, Gobble? Voglio dirti una cosa molto importante: 'stai per essere graziato incondizionatamente". L'animale ha replicato con un gloglottio, che il presidente americano ha poi imitato a favore di telecamere, tra le risate dei presenti.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
"Nell’appartamento in cui vivo al Quirinale c’è il ritratto di un ragazzino sul fondo del mare, poco più che un bambino, circondato da animali marini che lo elogiano per la pagella. Il disegno non nasce dalla fantasia del disegnatore, ma da un episodio ben conosciuto. “Dieci anni fa un vecchio peschereccio carico di molte centinaia di persone è affondato. Erano un migliaio di persone, si stima, tutte annegate. Era vicino le nostre coste. Il governo italiano nei mesi successivi ha fatto riportare lo scafo in superificie ed esaminare i corpi recuperati, oltre 500. Una dottoressa ha esaminato il corpo di questo ragazzino 14enne del Mali e si è resa conto che c’era qualcosa cucito nella fodera della giacca che indossava, pensava fosse un documento. Ma non era un passaporto, era la sua pagella. Fu difficile vedere i voti, ma questo ragazzino voleva dimostrare di essere bravo, di voler venire in Europa per studiare. Quando guardo quel disegno mi domando chi sarebbe diventato e cosa abbiamo perduto con la sua morte e quella di tanti altri. Fa riflettere e penso che quel disegno sia più efficace di tante parole”. Con queste parole pronunciate a Napoli all’inaugurazione dell’anno accademico 2025-2026 della pontificia facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ricorda il ritrovamento del corpo di un ragazzino di 14 anni, del Mali, che aveva la pagella nella fodera della giacca che indossava.
Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev