Avs, M5s e Pd hanno presentato alla Camera un'interrogazione a risposta scritta al ministro dell'Interno per chiedere "l'immediata sospensione del provvedimento di espulsione nei confronti di Mohamed Shanin, imam della moschea di via Saluzzo a Torino, cittadino egiziano in Italia da quasi vent'anni e noto oppositore del regime di Al-Sisi". Lo hanno annunciato in una nota congiunta Marco Grimaldi, Filiberto Zaratti, Francesca Ghirra e Franco Mari di Alleanza Verdi e Sinistra, Antonino Iaria del Movimento 5 Stelle, Mauro Berruto, Rachele Scarpa, Laura Boldrini e Ouidad Bakkali del Pd. "Il ministero - hanno sottolineato i parlamentari - ha revocato il suo permesso di soggiorno e disposto il rimpatrio, ignorando che Shanin ha formalizzato una nuova domanda di asilo, che per legge sospende ogni espulsione. Nonostante ciò, il giudice ha convalidato il provvedimento e l'uomo è stato trasferito al Cpr di Caltanissetta, separato dalla moglie e dai due figli minori. Se rimpatriato, rischiando arresto e tortura nelle stesse carceri dove fu ucciso Giulio Regeni".
"Un mese fa - hanno proseguito - l'onorevole Augusta Montaruli (Fdi) aveva sollecitato l'espulsione con un'interrogazione parlamentare, a seguito di un discorso pronunciato dall'imam il 7 ottobre. Siamo di fronte a un uso politico del diritto: la libertà di espressione viene trattata come un reato, il dissenso come una minaccia. Chiediamo che il ministero riveda con urgenza il provvedimento e garantisca il rispetto delle garanzie previste per chi chiede protezione internazionale. Espellere un dissidente significa tradire i principi dello Stato di diritto”.
"Al di là di eventuali violazioni, che spetta all'autorità giudiziaria presentare, chiedere il rientro immediato a Torino di Mohamed Shahin, imam della moschea Omar Ibn Al Khattab di San Salvario, e l'immediata revoca del provvedimento di espulsione". La nota, invece, della Cgil di Torino che ha fatto sapere di aderire "a tutte le manifestazioni democratiche in solidarietà con l' imam, a partire dal presidio di questa sera davanti alla prefettura".
Intanto l'imam ha presentato domanda di protezione internazionale (l'equivalente del cosiddetto 'asilo politico'), Un giudice di pace di Torino, nei giorni scorsi, ha già convalidato il decreto di accompagnamento del Viminale. Shahin, nel corso dell'udienza, ha chiesto il riconoscimento della protezione internazionale: la tesi è che in Egitto, il suo Paese di origine, potrebbe correre dei pericoli dato che è un oppositore del governo di Al Sisi. La questura di Torino, quindi, ne ha disposto il trattenimento. Domani se ne tornerà a discutere in una nuova udienza davanti a un giudice di pace del capoluogo piemontese. È previsto che Shahin segua la sessione in videoconferenza. L' Imam è assistito dagli avvocati Gian Luca Vitale e Fairus Ahmed Jama.