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Clementino leggenda del rap "made in Napoli" conquista Milano

di TMNews venerdì 21 novembre 2025
2' di lettura

Milano, 21 nov. (askanews) - Grande successo per lo show di una delle due date evento che Clementino ha portato in scena in occasione dei suoi vent'anni di carriera. La serata del 20 novembre al Fabrique di Milano è stata all'insegna di adrenalina, ospiti ed esibizioni: un vero viaggio tra rap, cantautorato e spettacolo che ha confermato ancora una volta l'energia e il carisma inconfondibile di Clementino. Davanti a un pubblico caldissimo, l'artista ha trasformato il Fabrique in un'esplosione di voci, colori e vibrazioni, accompagnato da una band che ha reinterpretato il suo repertorio con arrangiamenti potenti e sorprendenti.

Il rapper ha attraversato l'intera sua carriera artistica, portando dal vivo i brani di "Grande Anima" (Epic Records Italy/Sony Music Italy), il suo ultimo progetto discografico, il più intimo e cantautorale, nato da un percorso che fonde spiritualità, parola e performance.

A rendere ancora più speciale l'appuntamento milanese sono stati gli ospiti: Serena Brancale, Ensi, Nerone, Ste, Young Hash e Ugo Crepa, che hanno condiviso il palco dando vita a momenti unici e collaborazioni attesissime dai fan.

A sostenere lo show, una formazione di altissimo livello: Pj Gionson (consolle), Greg Rega (voci), Francesco Varchetta (batteria), Raffaele Salapete (chitarra), Silvestro Saccomanno (tastiere), Luigi "Calmo" Ferrara (basso), Saverio Giuliano (sax) e Stella Manfredi (violino), affiancati dai breaker Gino Rota e Salvatore Deflow e da quattro ballerini che hanno contribuito a rendere lo spettacolo dinamico e scenografico.

La data milanese ha rappresentato il primo tassello di un tour con due date evento che porta sul palco uno show completo, energico e curato nei dettagli, capace di fondere rap, musica dal vivo, teatro e intrattenimento in uno stile che ormai è marchio distintivo della "Iena White" ed ormai anche così definito "Rapper Showman".

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In mostra le fotografie più celebri, come il ritratto più umano di Pablo Picasso o il famosissimo Bacio dell'Hotel de Ville, ma anche le fotografie del periodo giovanile, le storie di guerra, quelle legate al mondo del lavoro, per arrivare alle meno note fotografie a colori, che oggi hanno una contemporaneità assoluta. "In questo progetto - ci ha spiegato Gabriel Bauret, che con la moglie Chantal ha curato l'esposizione - l'idea era trovare lo spirito dell'autore dietro la foto. Cerchiamo di capire un po' come lavorava, qual era l'interesse di Robert Doisneau nella sua vita e nella sua mente, perché non si tratta solo di immagini, dietro le immagini c'era una persona".

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