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Cavo Dragone: Nato valuta attacco ibrido preventivo contro Mosca

di TMNews lunedì 1 dicembre 2025
2' di lettura

Milano, 1 dic. (askanews) - L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha dichiarato al Financial Times che la Nato sta valutando di intensificare la sua risposta alla guerra ibrida di Mosca e ha affermato che un "attacco preventivo" potrebbe essere considerato un'"azione difensiva" rispetto agli attacchi informatici, ai sabotaggi e alle violazioni dello spazio aereo da parte della Russia. Dal canto suo la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha affermato che Mosca ha considerato queste dichiarazioni come "un passo estremamente irresponsabile", mentre Mosca continua anche la sua guerra contro Kiev senza alcuna pausa nonostante i negoziati di pace siano in corso.

"Stiamo studiando tutto - ha dichiarato Cavo Dragone che è presidente del Comitato Militare Nato - sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui stiamo pensando".

Intanto - come si vede in queste immagini - soldati ucraini si addestrano nelle tattiche di sgombero delle trincee in un campo norvegese nelle foreste della Polonia orientale, con droni che lanciano granate prima di assaltare le posizioni. I norvegesi "accettano l'esperienza che portiamo loro. E anche noi abbiamo qualcosa da imparare da loro. È una collaborazione molto interessante", afferma Aries, un addestratore ucraino a Jomsborg, un campo che prende il nome di una mitica fortezza vichinga. "Sono loro che combattono la guerra in questo momento, non noi. Ma noi portiamo la nostra competenza", aggiunge Anon, il vice comandante norvegese del campo.

I paesi dell'Europa orientale, a fronte di numerosi attacchi ibridi, hanno esortato la Nato a smettere di limitarsi a reagire e a contrattaccare. Ma Cavo Dragone avverte: la Nato e i suoi membri hanno "molti più limiti della nostra controparte per motivi etici, legali, giurisdizionali".

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Ecco cosa ci ha risposto: "Per venire in America - dice - ovviamente bisogna creare una società americana, quindi bisogna sviluppare il mercato dall'interno, e non basta bisogna cercare di creare delle alleanze strategiche che vanno sotto diversi profili: politici, tecnici, di advocacy. Rispetto alle associazioni di categoria che sono molto forti in America, bisogna crearsi un lifestyle americano: nonostante noi siamo italiani, e dunque veniamo con la nostra azienda italiana, bisogna inserirci in un meccanismo di lifestyle americano. Quindi i loro party, i loro momenti di networking, i loro eventi congressuali. Bisogna presidiare, perché poi io lo vedo: anche le grandi aziende su alcuni tavoli di lavoro e di presidio non ci sono e per me questo è motivo di tristezza. In alcuni settori della mobilità, ad esempio, gli spagnoli stanno prendendo quote di mercato dei nostri cari italiani. Noi italiani nel mondo delle costruzioni abbiamo insegnato all'America come costruire, oggi dobbiamo stare attenti. Quindi bisogna essere americani fondando una società americana, bisogna creare alleanze strategiche, bisogna anche produrre localmente facendo magari delle finiture di ultimo grado, ad esempio non so, produco in una sede in Italia però poi faccio la verniciatura in America, piuttosto che creo un aereo di tecnologia italiana ma poi lo produco in realtà nello stato della Pennsylvania. Bisogna diventare americani: una strategia sempre più vincente è quella del Merge & Acquisition, quindi cercare di unirsi a delle piccole aziende locali, anche quelle che si chiamano Minority, che sono delle aziende che per via della loro natura, che sono Indian American, che sono possedute della percentuale maggioritaria dalle donne, oppure che sono dei veterani militari, queste sono le strategie che pochi italiani conoscono, è un modo per legarsi sempre più all'America, è un modo per anticipare anche i momenti come il Covid, il momento come i Dazi e poi chissà che cosa verrà, ad esempio l'Artificial Intelligence. Quindi dobbiamo consolidarci in America da americani pur mantenendo la nostra creatività italiana, il nostro Problem Solving e ovviamente la centralità del nostro Headquarter, quindi della nostra base italiana. Ma bisogna davvero diventare americani in toto".

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