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Grecia, Atene non paga e la Croce rossa elvetica dimezza le sacche di sangue

Atene importa dai cantoni il 10% delle forniture. Ma il governo non salda il conto e la Croce rossa taglia le esportazioni. A rischio i malati

Sebastiano Solano
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  Grecia dissanguata. Stavolta nel senso letterale del termine. La nazione ellenica non ce la fa a pagare e la croce rossa della Svizzera si vede costretta a dimezzare la fornitura di sacche di sangue. Una decisione crudele, e non solo per le precarie condizoni economiche in cui versa Atene: la Grecia infatti è un paese ad alto tasso di anemia che è costretto ad importare dall'estero sacche di plasma, il 10% circa dalla sola Svizzera. La questione - In una nota, Rudolf Schwabe, direttore delle doanzioni internazionali della Crs, ci tiene però a precisare: “I costi per cui sollecitiamo il pagamento riguardano la conservazione, il trasporto, le spese di laboratorio e quelle amministrative; il sangue, sia ben chiaro, viene offerto gratuitamente”. Ad ogni modo, la Svizzera prova a compensare il mancato invio delle sacche, sostenendo una campagna pubblicitaria che solleciti i potenziali donatori a farsi avanti. Grecia dissanguata - Così, costretta a non dissanguare le esigue finanze interne, la Grecia si trova a dover dissanguare i propri cittadini: nonostante le azioni compensative della Svizzera, infatti, rimangono comunque molti i malati gravi che, in seguito alla decisione, rischiano la vita.  

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