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Pdl, Berlusconi pronto a ritirare la candidatura

Andrea Tempestini
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Un assedio contro Silvio Berlusconi. Il Ppe, in Europa, lo vuole espellere. Dalla Germania arrivano siluri in continuazione. Lo stesso Pdl, sia a Strasburgo sia a Roma, lo osteggia: i "montiani" e gli europeisti più convinti, rispettivamente capeggiati da Franco Frattini e Mario Mauro, sono contrari al suo ritorno in campo. E non solo: vogliano che il Cavaliere si produca nella più inaspettate delle capriole, ossia un repentino "passo indietro". E il passo indietro, in parte, è arrivato: "Se Monti si candida come leader dei moderati sono pronto a farmi da parte". Un annuncio, quello del Cav, che ha spiazzato tutti. "Montiani" in primis.  Anti-Cav - Il fronte contrario al ritorno dell'ex premier si estende poi all'area ultracattolica di Cl. In ordine sparso, inoltre, si annoverano tra gli "strappisti" anche Alemanno, Augello, Sacconi, Quagliariello, Roccella, senza scordare la Meloni, il rottamatore Cattaneo e Crosetto, che ormai è un separato in casa. Gli ex An, nel frattempo, hanno pressochè ufficializzato lo strappo: dal Pdl, salvo ripensamenti dell'ultim'ora, se ne vanno. Un divorzio tutt'altro che indolore, quello di cui ha dato notizia Ignazio La Russa. La manifestazione - A gettare altra benzina sul fuoco di un partito in ebollizione, è arrivata anche la conferma de "Le primarie delle idee", la manifestazione (di pezzi) del Pdl, fissata per domenica 16 dicembre, il giorno in cui, in teorie, avrebbero dovuto essere celebrate le primarie degli azzurri, poi sfumate con il ritorno di Berlusconi. Gli organizzatori in prima linea della kermesse sono la Meloni e Crosetto: all'ultimo cambia la location, non sarà più al teatro Brancaccio a Roma, ma all'Auditorium della conciliazione, e inizierà alle 10 del mattino. Tra gli ospiti, atteso anche il leader dei formattatori Pdl, Cattaneo. Lo slogan della Meloni è: "No a un partito di plastica". Uno slogan in netta contapposizione al Cavaliere, come in netta contrapposizione al ritorno di Berlusconi sarà l'intera manifestazione della prossima domenica. Il ruolo di Monti - Ed è in questo contesto che alcune fonti del Pdl, rigorosamente protette dall'anonimato, diffondono il rumor: sì, è vero, Berlusconi alla fine potrebbe non candidarsi. Il ragionamento è semplice: se Mario Monti scendesse in campo, come pare sempre più probabile, e il Cavaliere si rendesse conto che il suo partito segue il Professore e non lui, il passo indietro sarebbe quasi inevitabile (anche Enrico Mentana, su Twitter, ha confermato in toto l'indiscrezione: "Silivo può ritirare la candidatura").  Il comunicato stampa - Ma c'è di più. I ben informati, infatti, riferiscono che il pressing su sia altissimo. Alcuni azzurri avrebbero anche già pronta una nota, un comunicato stampa, il cui succo in estrema sintesi sarebbe questo: "Grazie Silvio per tutto quello che hai fatto, ma ora il partito e il Paese non hanno bisogno di te". La nota, comunque, non potrebbe essere diramata nelle prossime ore, a ridosso dell'intervento del Cavaliere alla presentazione del libro di Bruno Vespa, prevista nel pomeriggio di mercoledì 12 dicembre. L'alleanza con la Lega - Ad aver dato un'accelerata decisiva alla situazione, a un quadro che con il passare delle ore si rivela sempre più sorprendente, sarebbe stato il vertice di mercoledì sera tra Berlusconi e la Lega Nord. Roberto Maroni ha chiuso la porta: "Se Silvio si candida il Carroccio alle prossime politiche correrà da solo". Per gli azzurri, e per certi versi anche per Berlusconi, recuperare il rapporto e l'alleanza con la Lega è un punto nodale, prioritario. Le parole dell'ex ministro dell'Interno, dunque, avrebbero cambiato le carte in tavola, anche perché la posizione del Carroccio non sarebbe negoziabile. E Silvio Berlusconi, ora, potrebbe tirarsi fuori dalla contesa. Sarà decisivo, con tutta probabilità, il ruolo di Monti: se il Professore scenderà in campo, l'avventura politica di Silvio potrebbe terminare.  

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