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Pd, la "contro-finanziaria" dei dissidenti e il testo segreto sulla "deriva" di Renzi

Giulio Bucchi
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La guerra dei dissidenti del Pd contro Matteo Renzi trova sempre nuovi spunti. Dopo l'Italicum e la riforma del Senato, tocca al taglio delle tasse "di destra" e alla Finanziaria, su cui il gruppo di bersaniani duri e puri sta preparando addirittura un suo documento, una vera e propria "contro-manovra" che possa in qualche modo dare il via alla tanto agognata (e allo stesso tempo temuta) scissione. La minoranza presenterà la sua contro-finanziaria e la firmeranno, parola di Roberto Speranza, "tutti coloro che non si sono consegnati a Renzi". La "deriva del Pd" - In ballo, d'altronde, c'è già la possibile fuoriuscita di Stefano D'Attorre, tra i più critici nei confronti del governo. "Non uscirà nemmeno con le cannonate", frena l'ex capogruppo Speranza, suo compagno di corrente. Forse ha ragione, anche perché serviranno tutte le forze possibili per far deragliare il "treno" Renzi: "Dobbiamo batterci nel Pd", ribadisce. E così, scrive il Corriere della Sera, tra i parlamentari dem anti-renziani girerebbe anche un documento top secret sulla "deriva del Pd", sorta di manifesto scissionista. La firma in calce è dell'onorevole Carlo Galli, che però a parole è più morbido: "Se voto la Stabilità? Vediamo cosa si porta a casa con gli emendamenti, perché così è molto brutta. Non è di sinistra e ci sono punti inaccettabili. Togliere la tassa sulla casa ai proprietari di castelli è una provocazione". Gli 80 dissidenti e Verdini - Deputati e senatori "interessati" sono circa 80, in ballo ci sono anche le prospettive elettorali: far cadere Renzi sarebbe un suicidio per molti di loro, ma in caso di alleanza alle urne con i fuoriusciti da Forza Italia guidati da Denis Verdini sarebbe inaccettabile, come peraltro sottolineato anche da due ministri diversissimi per estrazione come Graziano Delrio e Andrea Orlando.

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